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Al Museo Pietro Canonica di Villa Borghese una mostra su Ercole Drei

Faentino di nascita ma romano di adozione, nella capitale l’artista ha lasciato alcune delle sue opere più note
Scultore, pittore e disegnatore sensibilissimo Drei, faentino di nascita ma romano di adozione, è stato capace di esprimere con la medesima intensità il proprio temperamento sia nelle grandi opere eseguite per la committenza pubblica (a Roma ha lasciato alcune delle sue opere più note)sia nelle piccole sculture apprezzate da amatori d’arte e destinate all’uso privato.Nato a Faenza nel 1886, Ercole Drei dopo aver studiato presso la Scuola di Arti e Mestieri a Faenza  appena sedicenne entra a far parte del circolo che si riuniva intorno alla figura di Domenico Baccarini insieme a Francesco Nonni, Raffaele Ugonia, Giovanni Guerrini, e Domenico Rambelli.  Nel 1905 si iscrive all’Accademia di Belle Arti a Firenze e nel 1910 è vincitore del premio Baruzzi per la scultura , nel 1912 prende parte per la prima volta alla Biennale di Venezia e l’anno seguente è vincitore del concorso del Pensionato Artistico Nazionale, che lo conduce a Roma nel 1913. Dopo la Prima Guerra mondiale entra in contatto con il clima del “ritorno all’ordine” e con il gruppo di artisti del Novecento Italiano ospitati negli atelier di Villa Strohl–Fern, il luogo dove l’artista ha vissuto e lavorato dal 1921 fino alla sua morte .  Luogo di ispirazione privilegiato, la Villa Strohl–Fern è il frutto dell’idea utopica di Alfred Wilhelm Strohl , un gentiluomo alsaziano, pittore, scultore, musicista e scrittore che, dopo la guerra franco – prussiana, giunse a Roma come esule e, nel 1879, acquistò un terreno situato tra Villa Borghese, Villa Poniatowski e la Porta del Popolo che tuttora costituisce un esempio unico a Roma di giardino romantico.  Dopo la Grande Guerra, riprende la sua attività orientandosi anche verso la scultura monumentale, abbandonando progressivamente l’impronta tardo liberty che aveva contraddistinto le sue prime opere.Alla produzione monumentale Drei affianca sculture e ritratti di minori dimensioni e di carattere più intimo, destinati a rappresentarlo nelle Biennali di Venezia e di Roma, dove ottiene riconoscimenti e premi .  Verso il 1910 inizia a eseguire i primi ritratti a  olio. La pittura, da principio considerata un’esperienza quasi privata, ben presto assume una connotazione più impegnata  . Questa attività lo appassiona a tal punto che nel 1926, alla Prima Mostra del Novecento italiano a Milano invia dei dipinti. Nel 1927 gli viene assegnata la cattedra di scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che terrà per trent’anni, ricoprendo anche l’incarico di direttore.  Nel 1930 ha luogo a Roma la prima mostra personale, che inaugura un lungo periodo di successi, culminante con il “premio – acquisto” della grande statua in bronzo de Il Seminatore (1939) alla III Quadriennale romana, oggi nelle collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Nell’ultimo trentennio realizza bronzi di minori dimensioni recuperando le tematiche a lui care, legate alla mitologia come Diana cacciatrice, o quelle di sinuose ballerine e nudi femminili di pregevole fattura, come La Primavera, opere nelle quali l’anziano artista ritrova intatta la propria ispirazione. In mostra sono esposte la statuetta in bronzo Estasi d’Amore, il Ritratto di amica e la Danzatrice con il cerchio, tutte opere del 1913.Seguono poi Titti, un bronzo che esprime le sue capacità di ritrattista sensibile, la più tarda Saffo, il bozzetto della statua in marmo omonima inviata alla Quadriennale e le opere degli anni Cinquanta, quando Drei prosegue la propria indagine sul nudo femminile: Vanità , Diana Cacciatrice , La Poesia , il Passo di danza .Non mancano le testimonianze dell’interesse dello scultore per le arti decorative con i bronzi Coppa con le rondini  e la Coppa con figura alata , interesse che si esprime anche nella ceramica, e qui rappresentato dal Ratto di Europa.Oltre a queste sculture vengono proposti alcuni dipinti scelti tra quelli più noti, quali il Ritratto della moglie in costume che ritrae la giovane moglie Margherita Montanari con abito da dama di primo Ottocento, La Famiglia , Interno dello studio , Il Pino di Villa Strohl-Fern e i Cancelli di Villa Borghese .Infine completano la mostra 16 disegni realizzati a matita e a carboncino dai primi del Novecento agli anni Cinquanta, nei quali l’artista indaga il nudo maschile e femminile e un video ove si possono apprezzare e identificare le sculture realizzate per la città di Roma: Il Lavoro e il Risparmio , scultura posta a destra del frontone del Palazzo dei Beni Stabili a Roma in Via del Corso, la Targa per la regina Margherita in via Veneto , la grande statua di Ercole allo stadio dei Marmi , il Monumento a Alfredo Oriani posto in Via della Domus Aurea a Colle Oppio , i quattro bassorilievi per il ponte Duca d’Aosta  e la stele Il lavoro dei campi realizzata tra il 1940 e il 1942 ma posta  all’EUR solo nel 1962.

Orario
martedì-domenica ore 9.00-19.00; chiuso lunedì
La biglietteria chiude mezz’ora prima
Biglietto d’ingresso
biglietto unico integrato ingresso museo + mostra:
intero € 5,50
ridotto € 4,50

Emanuela Maisto
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