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Festival Internazionale del Film di Roma: quinta giornata

eliroth

Il Festival prosegue bene, con proiezioni interessanti e con la presenza di grandi protagonisti della cinematografia nazionale e internazionale.

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Si ha l’impressione che la scelta operata per quel che riguarda i film, in concorso e fuori concorso, abbia voluto abbracciare tanti modi diversi di fare cinema. Troviamo, infatti, sia lavori dalla struttura standard con celebrità hollywoodiane, ma anche film che spezzano e vanno contro i soliti schemi.

La giornata di ieri avrebbe dovuto presentare una Cinechat con Christian Bale e Crissy Affleck, protagonisti del film in concorso Out of Furnace di Scott Cooper. Un film crudo e cupo, una storia di vendetta ambientata in un’America industriale e provinciale, a metà tra Il Cacciatore e Un Tranquillo Weekend di Paura, solo che stavolta i reduci non vengono dal Vietnam ma dall’Iraq. Purtroppo i due attori e il regista non sono riusciti ad essere presenti, ma il film è stato accolto molto bene dal pubblico della Sala Santa Cecilia, che a fine proiezione ha applaudito a lungo. Gli altri film in concorso della giornata sono stati Quod Erat Demonstrandum del Rumeno Andrei Gruzsniczki e I Corpi Estranei di Mirko Locatelli. Mentre per quel che riguarda la categoria fuori concorso, sono stati proiettati Border di Alessio Cremonini, Je Fais Le Mort di Jean-Paul Salomé e The Green Inferno di Eli Roth, pellicola che ha chiuso la serata di ieri. Dopo aver realizzato i due torture-porn, Hostel e Hostel 2, Roth ha voluto questa volta omaggiare il cinema di Umberto Lenzi e Ruggero Deodato, autori rispettivamente dei film Cannibal Ferox e Canibal Holocaust, capostipiti del sottogenere cannibal-movie. The Green Inferno prende ispirazione dai lavori di questi registi, senza allontanarsi però dai nuovi modi americani di fare horror di oggi (pensiamo a Paranormal Activity o Cloverfield). Queste due influenze si uniscono nel film in un modo interessante, dando vita a qualcosa di nuovo: i giovani protagonisti sono completamente (e realisticamente) circondati e immersi nella Rete, nell’utilizzo di smartphone e dei social network, in particolare Twitter e Youtube. Sono degli attivisti per l’ambiente e utilizzano Internet, la simultaneità, come arma per difendersi e per denunciare il sistema. Ma quando si ritrovano prigionieri di questa tribù di cannibali, non hanno più Smartphone per difendersi e per comunicare e sono fuori da ogni segnale Gps per essere rintracciati. Questa critica alla società contemporanea viene comunque ridimensionata da una storia con un intento puramente ludico. Il film rimane un film di genere, ma è realizzato in un modo nuovo e impeccabile.

Foto: Getty Images 

Marco Casciani