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Il collezionismo a Roma Antica

Misteri 134

Altro che qualche centinaio di francobolli

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Marcello, dopo avere conquistato Siracusa, portò a Roma molte opere d’arte come bottino di guerra. Da allora diversi generali vittoriosi seguirono il suo esempio.

Lucio Emilio Paolo sconfisse la Macedonia nel 167 a.C. Nel corso del trionfo con cui venne accolto al suo rientro, le numerosissime statue di pietra, di bronzo e le pitture policrome che egli aveva portato a Roma, sfilarono davanti al popolo per un’intera giornata.

Lucio Mummio, dopo aver conquistato Corinto nel 146 a.C., la svuotò di ogni opera d’arte vedendo in esse un grande valore economico e un prestigio sociale.

Il più delle volte i capolavori portati a Roma venivano devoluti per ornare templi, portici, terme e teatri, trasformandoli in musei e rendendo la città più bella.

Cicerone contestò Verre, propretore della Sicilia, perché questi depredava i territori che avrebbe dovuto amministrare. A seguito del saccheggio di Verre, le guide che prima conducevano i forestieri a vedere le opere d’arte più belle del luogo, furono costrette a portarli nei luoghi in cui un tempo tali capolavori erano conservati. Verre possedeva un laboratorio in cui custodiva le opere d’arte rubate che si dilettava a modificare a suo piacimento: smontando ad esempio le decorazioni da un vaso di bronzo e rimontandole su vasi in oro e argento.

Anche Cicerone era un grande collezionista benché agisse in modo più onesto. Chiese infatti all’amico Attico, durante un suo soggiorno ad Atene, di procurargli delle opere d’arte per abbellire la sua villa di Tusculum.

Successivamente il collezionismo divenne più mirato e si creò un mercato delle copie. Infatti è grazie alle copie realizzate in età romana che ancora oggi conosciamo capolavori dell’arte greca altrimenti perduti come il bellissimo gruppo statuario in bronzo dei Tirannicidi che si trovava, nel V secolo a.C., nell’agorà di Atene. La più completa collezione di copie viene da Villa Adriana ed è conservata al Museo Nazionale di Napoli.

Massimiliano Liverotti