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IL PROVINO: STORIA DI TRE DONNE

Al teatro Tor Di nona dal 28 al 31 maggio. Diretto da Melania Fiore
Dal 28 al 31 maggio va in scena al teatro Tor di Nona “Il provino” scritto e diretto e interpretato da Melania Fiore con la partecipazione di Gaia Piras e Livia Saccucci e quella straordinaria di Mario Scaccia.
Tre giovani donne, tre attrici, legate da una vecchia amicizia, si ritrovano chiuse in una stanza dove, nell’attesa di fare un importante provino, cominciano a ricordare il passato fino a svelare vecchi e nuovi rancori.

Il palcoscenico si apre sulle note di una musica jazz che fa da sfondo a una scena spoglia e vuota, una stanza, dove la nudità dello sfondo amplifica, come un’ eco, quell’attesa annullando la coscienza del trascorrere del tempo; le tre protagoniste una per volta fanno il loro ingresso uscendo da un sacco di plastica che, fino a quel momento, sembra averle protette da quella nuda e infinita attesa.
Una tragicommedia poiché lo spettatore non può non ridere davanti alle scenette tra le tre protagoniste: Lisa, interpretata da Gaia Piras, puerile e superficiale attrice di fiction come “Morto in famiglia”  “Tris di delitti” che parteciperà al reality “La barca dei fetusi”, Veronica, interpretata da Melania Fiore, che vive la sua passione per il teatro “per vocazione, non per essere riconosciuta” con un romanticismo tipico dei nostri tempi, da un lato tragico da un lato comico, e Gabriella, interpretata da Livia Saccucci, la quale dell’ambizione sfrenata ha fatto l’unico motivo della sua carriera. Ma è un riso amaro, crudele, che vuole solo umiliare l’altro, e che lascia lo spettatore in sospeso di fronte al gioco al massacro inscenato dalle attrici.
La tragicommedia riesce a collocarsi, in maniera critica, sia in una dimensione reale e storica riflettendo sulla situazione del teatro e dello spettacolo d’oggi, sia in una dimensione oggettiva e universale portando in scena i drammi, le paure e le debolezze del genere umano. La capacità di rappresentare entrambi i piani dell’esistenza e della vita umana deriva da una regia, che trasporta il tutto in un ambiente metafisico in una sorta di confronto finale con chi può decidere il nostro destino, da una scrittura, dallo stile espressivo con giochi linguistici corrosivi e sarcastici, e da una recitazione che caratterizza socialmente e psicologicamente ogni personaggio.
Le tre protagoniste si ritrovano, per uno scherzo innocente, a recitare la loro più dura e vera parte al cospetto della vita e delle loro esistenze, nell’attesa che, qualcuno dall’alto, ne metta a nudo le maschere sin’ora portate.

Urloweb.com

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