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Curiosità sul gioco della roulette a Roma

Sembra che nell’antica Roma esistesse un gioco molto simile a quello che oggi conosciamo come roulette e che Augusto avesse visto alcuni ragazzi dilettarsi con tale oggetto per le strade di Roma

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In seguito l’imperatore ne avrebbe fatto installare uno simile nel suo palazzo per potersi divertire con esso nel poco tempo libero che aveva. Il gioco era costituito da una ruota di carro equilibrato su di un perno centrale. Secondo alcuni studiosi, inoltre, tra gli svaghi dei legionari romani vi sarebbe stato quello di fissare uno scudo sulla punta di una lancia e di farla girare, come una sorta di estrema semplificazione del gioco della roulette. I contadini invece dello scudo avrebbero usato la ruota di un carro assicurato su un’asse verticale. Il gioco sarebbe stato chiamato fin dall’antichità Ruota della Fortuna. Secondo alcune fonti le origini di questo gioco sono legate all’antica Grecia o ad alcuni paesi medio-orientali.

Intorno al 1400 il gioco era conosciuto come la girella dai Romani e consisteva di una ruota di legno suddivisa in tanti spicchi colorati con numeri sui quali si potevano puntare i soldi. I gestori di questo gioco d’azzardo venivano chiamati girellari e fissavano la ruota su di un palo alto circa un metro e settanta impiantato in un terreno qualsiasi. Erano ovviamente loro a girare la ruota mentre tutti attendevano con il fiato sospeso che una sottile stecca fissata ad un supporto segnalasse il numero vincente nel momento in cui la ruota terminava il suo giro.
Poteva anche capitare, come accade tuttora ma in modalità diverse con la versione moderna del gioco, che la stecca sembrasse indicare un numero ma la ruota, continuando a girare con estrema lentezza, facesse in modo che il numero scelto dalla fortuna fosse il successivo.
Questo particolare sarebbe stato all’origine dell’espressione romanesca: “esse’‘na girella” indirizzata alle persone capricciose e volubili.

 

Massimiliano Liverotti