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Curiosità sul teatro di Roma Antica (parte I)

misteri 131 - teatro romano

Dal palcoscenico improvvisato al Teatro alla greca

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A Roma, inizialmente, il teatro come edificio con gradinate non esisteva. Consisteva in un palcoscenico di legno che veniva eretto di volta in volta nelle piazze e in luoghi di ampio spazio, che permettevano di ospitare molte persone, le quali, nella maggior parte dei casi, rimanevano in piedi.

Tra gli spettatori vi erano individui di vari ceti sociali, anche se, ad un certo punto, si predisposero dei sedili, sempre in legno, destinati alle persone più importanti.

Alle spalle del palco vi era la scaena, ossia il fondale, limitata da colonne e su cui vi erano delle decorazioni semplici come corone o bucrani. Su questi tavolati si esibirono Andronico, Plauto e Terenzio.

Nel 145 a.C. Lucio Mummio, tornato a Roma dopo aver vinto la quarta guerra macedonica e saccheggiato Corinto, lanciò l’idea di costruire un teatro “alla greca”, una struttura semicircolare in legno. Come i precedenti edifici però, anche questo fu smantellato dopo l’uso, secondo una legge del 154 a.C. I Romani infatti ritenevano che fosse dannoso bivaccare in attesa delle recite, come riportato anche da Livio.

Nel 55 a.C. Pompeo inaugurò il primo teatro in muratura di Roma che volle far costruire ad imitazione di quello di Mitilene nell’isola di Lesbo.

Fu il primo teatro di Roma, ma non dell’Impero Romano: già nell’88 a.C. si diede inizio alla costruzione di un teatro in muratura a Bononia, l’odierna Bologna.

Pompeo, per la realizzazione del teatro in Campo Marzio che portava il suo nome, trovò diversi divieti ad ostacolarlo. Per aggirarli raccontò che la struttura era una particolare scalinata di accesso al Tempio di Venere Vincitrice, anch’esso fatto erigere da lui. Probabilmente nessuno gli credette, ma era una persona talmente importante che nessuno lo contestò mai apertamente.

Nella Curia di Pompeo, all’interno del monumentale quadriportico del teatro, alcuni anni dopo, Giulio Cesare fu pugnalato morendo ai piedi della statua del suo avversario.

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Massimiliano Liverotti