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Il Fontanone di Paolo V al Gianicolo

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La fontana si trova nel punto in cui via Garibaldi raggiunge la sommità del Gianicolo poco prima della Porta San Pancrazio.

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È anche chiamata “Fontana dell’Acqua Paola” perché è la parte terminale dell’acquedotto romano. Si tratta di uno stupendo monumento, quasi un palazzo, che si eleva su un’ampia terrazza panoramica. Venne fatto eseguire nel 1605 da Paolo V Borghese su disegno di Giovanni Fontana e Carlo Maderno. Ha cinque arcate, le due laterali più basse, dalle quali sgorga l’acqua raccolta nella grandissima vasca sagomata di marmo; sei grandi colonne ioniche, quattro al centro di granito rosso e due ai lati di bigio, sostengono la lapide commemorativa ed il fastigio, ovvero il punto più alto della fontana, il tutto adornato di cartocci e con lo stemma papale sorretto da due angeli, sormontati da una croce con ai lati gli emblemi araldici di casa Borghese: l’aquila e il drago.

In origine la fontana non aveva né il vascone né la piazza antistante e l’acqua scendeva giù a picco dal Gianicolo come fosse una cascata.

Fu Alessandro VIII Ottoboni, nel 1690, a far fare l’uno e l’altro, mentre Innocenzo XII Pignatelli, nel 1698, fece costruire un fontanile nel Bosco Parrasio (allora Orto Botanico). Per evitare che i carrettieri abbeverassero i cavalli nel fontanone, fece recingere con l’attuale balaustra di colonnine unite con sbarre di ferro. La fontana non piacque al Milizia (critico d’arte e teorico di architettura che visse nella seconda metà del ‘700), che la definì una brutta copia di quell’Acqua Felice in Piazza San Bernardo.
Anche Pasquino ne parlò ironicamente: “Il miracolo è fatto Padre Santo, con l’acqua vostra che vi piace tanto, ma sarebbe il portento assai più lieto, se l’acqua la cangiaste in via d’Orvieto!”.

Nel 1849, durante l’assedio e la difese di Roma, avvenne un curioso episodio. I francesi avevano interrotto il flusso delle acque e gli zuavi, approfittando dell’ombra, erano soliti andare a coricarsi per dormire nel capiente vascone della fontana. Un giorno, poiché il Comando Militare temeva che i patrioti romani potessero porre mine approfittando dei condotti asciutti, fu deciso di riaprire le tubature e ridare acqua alla fontana. Il getto improvviso arrivò su una cinquantina di militari francesi addormentati nella grande vasca che diede luogo a scene comicissime delle quali si rise molto a Roma, divenendo anche lo spunto di molti spettacoli teatrali.

All’interno del fontanone ci sono altre sorprese: una piccola e nascosta porticina immette in un grazioso giardino pensile nel quale è nascosto un ninfeo con lo stemma di Innocenzo XII Pignatelli, perfettamente in asse con il nicchione centrale della fontana, attraverso il quale si può godere di un insospettato quanto meraviglioso panorama su Roma.
L’interno del fontanone è adibito a magazzino comunale e vi si trovano ammassate antiche fontane o parti di statue, lapidi e monumenti rimossi da varie parti della città o in altre regioni italiane.

Emanuela Maisto