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La Basilica di Santa Francesca Romana

meraviglie 132 - santa francesca romana

Luogo dello scontro tra Simon Mago e San Pietro

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Questa chiesa è situata sulla piazza omonima, tra il Tempio di Venere e il Foro Romano. Fu costruita da papa Leone IV nell’850 sulle rovine della basilica di Santa Maria Antiqua e per questo viene chiamata anche Santa Maria Nova.

Era questo il luogo in cui Simon Mago aveva invano sfidato San Pietro con le sue arti magiche. Nel transetto destro della chiesa è infatti conservata, dietro una grata, la pietra sulla quale rimasero impresse le ginocchia dell’apostolo mentre pregava Dio di punire la superbia di Simon Mago.

Nella seconda metà del XII secolo la chiesa fu ristrutturata con il campanile e la decorazione dell’abside con uno splendido mosaico raffigurante La Vergine in trono con il Bambino. In questa occasione la chiesa venne ingrandita e ad essa fu affiancato un convento che ospitò prima i Canonici Regolari della congregazione di S. Frediano di Lucca, poi i Canonici Lateranensi ed infine i monaci benedettini di Monte Oliveto.

Venne nuovamente ricostruita nel 1216 da papa Onorio III e quando morì Santa Francesca Romana nel 1440, che qui aveva fondato nel 1425 l’ordine delle Oblate e vi fu sepolta, la basilica venne a lei dedicata e acquistò il suo nome.

Si racconta che Francesca Romana, a soli dodici anni, fu costretta a sposare un uomo nobile, Renzo de’ Ponziani. Ella però era dedita a compiere opere di bene, seguita anche dalla cognata. Così la casa del marito divenne presto un ritrovo per poveri, orfani e affamati. Questa condotta la portò ad avere gravi conflitti con il coniuge ma, nonostante i loro dissapori, la donna mise al mondo tre figli, dei quali uno solo sopravvisse. Dopo la morte del marito, Francesca si ritirò nel convento delle Suore Oblate di Monte Oliveto. Ritornò nella sua vecchia casa coniugale solo per assistere il figlio malato di peste, ma, dopo averlo guarito, si ammalò anche lei e fu costretta a rimanere lì per farsi curare. Morì però dopo alcuni giorni, il 9 marzo 1440 e venne santificata nel 1608.

Nel 1615 la chiesa fu ricostruita con la facciata rifatta da Carlo Lambardi e con l’intervento di diversi artisti all’interno. La basilica conserva la sfolgorante Crocifissione con marmi policromi realizzata dal Bernini e due immagini della Madonna considerate straordinarie: un dipinto del XII secolo posto nel tabernacolo dell’altare maggiore, ritrovato sotto le ridipinture ottocentesche di una tavola giunta dall’Oriente; l’altra immagine è conservata nella sagrestia, la Glycophilusa, preziosa icona del V secolo, ritrovata nel 1950 sotto l’altare maggiore appositamente staccata all’epoca. Nella cripta si può ancora osservare e venerare la tomba della Santa, lì sistemata nel 1868 da Andrea Busiri Vici con un medaglione marmoreo di scuola berniniana. Nella chiesa è sepolto anche papa Gregorio XI in un monumento funebre eretto dal popolo romano in ricordo del ritorno della sede pontificia da Avignone a Roma. Nell’antico monastero annesso è insidiata la Soprintendenza Archeologica di Roma e l’Antiquarium Forense, ricco di reperti del Foro Romano. La mattina del 9 marzo, festa di Santa Francesca Romana, si svolge davanti alla chiesa, nel piazzale del Colosseo, la benedizione delle automobili, perché la popolare santa è stata proclamata patrona degli automobilisti.

Emanuela Maisto