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La chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio

Situata in uno dei luoghi più pittoreschi di Roma, sul colle Aventino, sorge sulla piazza di Sant’Alessio e insieme alle due chiese medievali di Santa Sabina e Santa Prisca, abbellisce questa suggestiva parte di Roma.

La chiesa risale al IV secolo e inizialmente era dedicata solo a Bonifacio, santo romano martirizzato in Cilicia. Successivamente venne aggiunto un monastero e alcune case grazie alle donazioni di Alberico II che dominò Roma tra il 930 e il 954 nominando come abate Oddone di Cluny.

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Nel 977 alla chiesa fu associato anche il nome di Alessio. Ciò avvenne quando nel monastero arrivarono alcuni monaci provenienti da Damasco che portarono con loro uno speciale culto per questo santo.

Secondo la tradizione Alessio (nome che in siriaco vuol dire “protettore”, “difensore”) nacque a Roma, ed era figlio del senatore Eufemiano. Abbandonata la sfarzosa casa paterna, decise di peregrinare per il mondo vestito solo del suo saio e attraversò i più lontani deserti della Terra arrivando fino in Siria e a Damasco. Dopo molti anni tornò nella sua dimora natale, si rifugiò nel sottoscala e visse della carità del padre per diciassette anni senza mai farsi riconoscere. Si racconta che, nel giorno della sua morte, le campane suonassero da sole miracolosamente, e che il suo corpo venne riconosciuto solo in seguito grazie al ritrovamento di una lettera che ne svelò l’identità. La chiesa sorge proprio sulla casa che fu del padre del santo.

Benché la sua memoria sia stata in realtà soppressa dal calendario ufficiale della Chiesa, le sue vicende leggendarie hanno incontrato una grande fortuna nei secoli a venire. Le storie del santo sono raccontate sui muri della basilica di San Clemente e vennero decantate dai giullari girovaghi, rielaborate dai poeti e musicate da Stefano Landi, nel 1634, per il Cardinale Giulio Rospigliosi, il futuro Papa Clemente IX.

La leggenda sembra riecheggiare tutt’oggi tra le mura di questa chiesa; qui è ancora presente e ben funzionante il pozzo appartenente all’antica casa e la scala di legno sotto cui visse il santo conservata oggi in una cappella all’interno dell’edificio e inserita in una scenografia barocca di Andrea Bergandi. Sempre qui è conservata in una teca d’argento a mezzo busto, e ancora venerata, la testa di sant’Alessio. In questo stesso luogo, inoltre, venne sepolto anche san Bonifacio.

La cripta sottostante la chiesa racchiude le reliquie di San Tommaso di Canterbury e una colonna, tradizionalmente ritenuta del martirio di San Sebastiano.

Emanuela Maisto