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La più bella dama di Roma: Lucrezia Borgia

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Lucrezia Borgia fu davvero quella donna tanto bella quanto perversa che la tradizione vuole, o uno strumento docile e senza volontà, merce di scambio per le ambiziose mire della politica di suo padre Rodrigo, ossia Papa Alessandro VI?

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Sarà vera quella storia che la vuole amante del suo stesso fratello Cesare? Dati certi non ce ne sono, neanche sul dove e quando sia nata. La biografia più attendibile sembrerebbe quella che ne vede i natali il 18 aprile 1480 a Subiaco, terzogenita di Rodrigo Borgia e Vannozza Cattanei. Unica femmina di quattro figli: i suoi fratelli erano Juan, Cesare e Jofrè. Essendo la preferita del padre, Rodrigo le affidò i compiti di vice-papa e di governatrice di Nepi e Sermoneta. Siamo nell’anno 1492, tempi in cui non esisteva morale, dove fioccavano i figli illegittimi, molti dei quali di preti. L’essere figlia del papa, a quell’epoca, non costituiva un disonore e, anzi, la poneva al pari di un’erede legittima. Lucrezia venne educata nel convento di S. Sisto e successivamente venne affidata alle cure di Adriana Mila, cugina del papa, la cui nuora Giulia Farnese, poco più grande di Lucrezia, era l’amante in carica del papa. Sulla presunta bellezza di Lucrezia, se bisogna fare affidamento ai ritratti di Dosso Dossi che la raffigurano, pare che avesse occhi azzurri e lunghi capelli biondi. Pietro Bembo, uno dei più illustri letterati del tempo, nutrì una grande passione per lei. Fra le sue carte fu ritrovato un suo “ricciolo d’oro”, oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Bella e raffinata, fu per gran parte della sua vita docile strumento delle mire ambiziose del padre e del fratello Cesare, che se ne servirono a più riprese per concludere matrimoni e alleanze preziose. Venne data in sposa la prima volta all’età di 13 anni a Giovanni Sforza, signore di Pesaro nel 1492 e successivamente, dopo un frettoloso annullamento, ad Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie e figlio del re di Napoli. Da questa seconda unione nacque Rodrigo. Il Papa le affiderà un grosso incarico che sconvolgerà i prelati: la nominerà governatrice di Spoleto. Ma un nuovo tragico fatto segnerà la vita di questa giovane donna. Nel 1500 il fratello di Lucrezia, Cesare, uccise Alfonso, forse per gelosia, in quanto si supponeva che i due fratelli avessero una relazione. Cesare desiderava un’alleanza con la Francia e la conquista della Romagna, così combinò il matrimonio tra Lucrezia e Alfonso d’Este di Ferrara. Nel 1501 Lucrezia si sposò per la terza volta, a soli 21 anni. Da questa unione nasceranno 7 figli, ma ne sopravvissero solo tre: Ercole, Ippolito e Francesco. Alla morte del suocero, il Duca Ercole, Lucrezia divenne duchessa di Ferrara e il marito le affidò la reggenza della città in caso di sua assenza. Qui trovò la serenità e continuò a proteggere e finanziare il fratello Cesare, che alla morte del padre nel 1508 venne travolto dall’ambizione del nuovo papa Giulio II (Giuliano Della Rovere acerrimo nemico di Alessandro VI). Negli ultimi anni della sua vita, Lucrezia riuscì finalmente a liberare il suo spirito e la sua vera personalità. Venne apprezzata soprattutto per le sue doti intellettuali e per il suo mecenatismo nella corte ferrarese. Forse fu anche per questo le si riconoscono delle relazioni con Ariosto e altri artisti del tempo, ma del tutto platoniche, pure adorazioni rivolte verso l’ideale di donna che Lucrezia poteva incarnare. Il nome che accompagnerà Lucrezia dal 1503 al 1507 è quello di Pietro Bembo, poeta degli Este, che le dedicò gli Asolani.
Nel momento in cui la sua vita fu costellata da continue crisi religiose e lunghi ritiri in convento, Lucrezia morirà a soli 39 anni, di setticemia, nel 1519.

Emanuela Maisto