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Riti antichi e misteriosi nella zona di Piazza dell’Oro

Anticamente nella zona dove oggi sorge piazza dell’Oro esisteva un’enorme grotta da cui uscivano strani vapori. All’ingresso si diceva che ci fosse una scala che portava direttamente nelle viscere dell’inferno. Secondo una leggenda in questa caverna venivano celebrati particolari riti infernali. La prima di queste strane cerimonie sarebbe stata celebrata intorno al 590 a.C. poi furono sospese e riprese ogni cento anni a partire dal 17 d.C. Durante il rito, alcuni sacerdoti vestiti di nero avrebbero sacrificato animali agli dei per tre giorni e tre notti di seguito. La cerimonia si sarebbe conclusa con un coro di ventisette fanciulle e altrettanti fanciulli che avrebbero intonato un canto dal titolo Carmen saeculare, composto da Orazio. Tale canto, essendo considerata una preghiera perfetta e la celebrazione di Augusto divenne ufficialmente l’Inno a Roma e nel 17 a.C. 3 giugno furono cantati sul Palatino e sul Campidoglio da un coro di giovani fanciulle durante i Ludi saeculares, voluti dall’imperatore Augusto. Nel 1919 il carme fu musicato da Puccini.

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La grotta sarebbe stata fatta chiudere dai Cristiani che, per purificare la zona, l’avrebbero inondata con acqua benedetta.
I Romani chiamarono questo luogo dall’aspetto tenebroso Tarentum. Secondo alcuni studiosi tale nome legherebbe i riti infernali che si tenevano nella caverna a Tarante, figlio di Nettuno e fondatore della città di Taranto, secondo altri Tarentum sarebbe una corruzione di Tarandus, mitico animale grosso come un bue, con la testa di cervo e i piedi d’orso che nella demonologia dell’epoca potrebbe essere collegato al cartaginese Baal – Moloch.
Tuttavia a causare gli strani vapori non sarebbero stati i diavoli dell’inferno ma le acque calde sotterranee impregnate di idrogeno solforato.

 

Massimiliano Liverotti
Urloweb.com