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Santa Maria della scala

La chiesa in Piazza della Scala nel rione Trastevere

La chiesa sorge sulla piazza omonima, detta appunto “della Scala”, nel cuore del rione Trastevere. Piazza e chiesa prendono il nome da una scala sulla quale era posta un’immagine della Vergine che, invocata da una trasteverina, le concesse la grazia di dare alla figlia, nata muta, il dono della parola. Si racconta che in seguito a quest’evento miracoloso la scala divenne meta di numerosi pellegrinaggi tanto da indurre, nel 1592, Papa Clemente VIII e l’ordine religioso dei Carmelitani ad acquistare l’intera area per costruirvi una chiesa e l’annesso convento.

Oggi la scala non esiste più ma l’immagine della Vergine è ancora conservata nella chiesa, visibile nel transetto sinistro sopra l’altare maggiore, opera di Alessandro Algardi.

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La prima costruzione del complesso ecclesiastico risale all’epoca del miracolo ed è opera di Francesco Capriani da Volterra, ma fu definitivamente completata solo nel 1624 con la costruzione della facciata. Nel 1633, sul portale, come memoriale della grazia ricevuta, fu posta una statua della Madonna con il bambino in braccio, opera di Francesco di Cusart.

All’interno, oltre all’antica effige della Vergine, si possono ammirare numerose opere d’arte come l’immagine della Madonna con il Bambino del Cavalier D’Arpino, o il prezioso Ciborio situato nel presbiterio, che riprende il modello di un tempietto a pianta centrale arricchito da colonne di alabastro siciliane e sormontato da una cupola in bronzo. Inoltre è da ricordare che l’altare maggiore è opera di Carlo Rainaldi, architetto di rilievo nel periodo della Roma barocca. Ma ancora più preziosa risulta la cappella di Santa Teresa d’Avila che custodisce il piede destro della religiosa.

Al secondo piano dell’annesso convento si trova la Speziaria, un’antica farmacia che porta anch’essa il nome della chiesa, considerata la più antica di Roma, rimasta integra fino ai nostri giorni. Originariamente fu istituita per necessità dei frati Carmelitani che ancora oggi officiano la chiesa. Qui avevano il loro orto in cui coltivavano le piante medicinali che servivano a curare la loro salute.

Alla fine del Seicento questo “laboratorio alchemico” venne aperto a tutti e divenne così famoso in tutta Roma che anche i principi, i cardinali e i medici del Papa vi ricorrevano per acquistare i farmaci.

Emanuela Maisto