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Il Casalese, storia di un libro che doveva essere bruciato

Un gruppo di giovani autori campani unisce i risultati della propria attività giornalistica e crea un libro su Nicola Cosentino che attira su di sé critiche di ogni genere, tra avvocati in incognito alle presentazioni e richieste di distruzione

“Ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro”, questo il sottotitolo eloquente della biografia non autorizzata edita da Cento Autori che ha alzato polveroni in un deserto di ambiguità, scoperchiato pentole che ribollivano di scandali politici, raccontato segrete indagini pubbliche, un libro che narra l’evidenza, con rigore ed esattezza, senza nascondere una richiesta di verità che ne è stata il motivo originario di ideazione e scrittura. Protagonista Nicola Cosentino, ex Sottosegretario all’Economia, ex coordinatore del Pdl per la Campania, l’uomo che a più riprese è stato definito il referente politico del clan dei Casalesi e che i giornalisti che hanno presentato il libro, Arnaldo Capezzuto, Nico Pirozzi e Ciro Pellegrino, hanno emblematicamente apostrofato come “gancio” tra il clan che opera nella provincia casertana e il Parlamento. Quel Parlamento che a gennaio negò la richiesta d’arresto formulata dai giudici che indagano sulle sue connivenze con l’associazione camorristica.Il suo nome è ricorso anche nella vicenda del dossier sull’attuale Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, cui vennero attribuite frequentazioni con trans a ridosso delle elezioni amministrative in Campania.

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Sull’uomo che da giovane voleva fare il calciatore e che fu avviato dal padre alla politica i giornalisti non hanno dubbi: “Attualmente ha ancora intatto il suo potere: ha fatto eleggere 52 tra Deputati e Senatori, i suoi referenti in Consiglio Regionale possono decretare la fine del Governo Caldoro, a dimostrarlo c’è l’azienda di famiglia, l’Aversana Petroli, che fattura 200 milioni di Euro all’anno, con commesse anche per colossi come Ferrovie dello Stato”. Un uomo con questo potere, oltre a tessere relazioni discutibili se non penalmente sanzionabili, in grado di avere l’ultima parola sulle scelte del Consorzio Eco 4 chiamato a gestire l’emergenza rifiuti, decisivo per gli equilibri regionali anche dopo le dimissioni da coordinatore e vicino all’attuale Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, viene accusato dagli autori del libro di essersi totalmente disinteressato alla sua terra di provenienza: “Da Sottosegretario aveva la delega al Cipe, un organo determinante per la realizzazione delle infrastrutture, ma non ha fatto nulla per il territorio”. Le accuse sono rivolte anche agli esponenti politici dell’opposizione, colpevoli di aver “concesso troppo, non aver messo in sicurezza la zona e consegnato il potere, in particolare la gestione delle discariche, ai camorristi”. Nemmeno gli ambienti ecclesiastici sono esenti da colpe, la vicenda dell’assunzione dei due nipoti del Cardinale partenopeo Crescenzio Sepe all’interno della Eco4 pesa come un macigno sulla credibilità di una figura di primo piano all’interno della Chiesa. Per aver raccontato questa e altre storie, registrando la controversa parabola di Cosentino, gli autori de “Il Casalese” hanno ricevuto una richiesta di danni di 1.200.000 Euro da Giovanni Cosentino, fratello dell’ex Sottosegretario, oltre alla richiesta, poi negata dal Giudice, di sequestro e distruzione delle copie. Una rievocazione dell’Indice dei libri proibiti, il tentativo macchinoso quanto basso di tappare bocche, fermare penne, arrestare la diffusione di una verità, di cui l’esigenza tra i cittadini si fa sempre più pressante. Ma gli autori del libro non si sono fatti intimorire nemmeno dagli avvocatidi Cosentino che prendevano parte alle presentazioni dei libri in incognito, hanno continuato per la loro strada, convinti che “il lavoro del giornalista inizia con le idee, senza dover aspettare la verità giudiziaria”. E questo lavoro è proseguito anche da chi utilizza altri linguaggi per cercare la verità, per riflettere su mali visibili come le connivenze tra il crimine organizzato e la politica a tutti i livelli, che mettono in ginocchio intere regioni, tutto il paese. È successo con un gruppo di ragazzi che ha ricavato una piece teatrale dal libro ma che ha dovuto incassare il no alla rappresentazione in un teatro pubblico da parte del Sindaco Luigi De Magistris. Segnali che scoraggerebbero tanti ma non questo gruppo motivato di giovani cronisti campani di cui Ciro Pellegrino riassume efficacemente l’azione immediata da portare avanti, per supplire alle lungaggini della giustizia e agli ostacoli politici che si frappongono alla messa a nudo dei fatti: “Mi aspetto la ridicolizzazione di Cosentino. Dopo averlo reso temibile ora bisogna demolirlo, lui che è stato una nullità come politico”. Un’operazione che il libro mette già efficacemente in atto, un intento coraggioso riassumibile nel motto urlato dal giornalista: “Tu nun si nisciuno!”. Tu non sei nessuno, un mantra da ricordare per combattere il Cosentino di ieri e di oggi e bloccare tutti i “cosentini” che ogni giorno minacciano la tenuta di una democrazia e la libertà dei cittadini.

 

Stefano Cangiano