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Il conformista

La Storia può essere raccontata in molti modi, anche attraverso la letteratura, il cinema e la fotografia. “Il conformista” – uscito nel 1951 e ripubblicato tra i Classici Bompiani, con una complessa e necessaria introduzione di Lorenzo Pavolini – è il romanzo con il quale Alberto Moravia descrive meglio di tutti nell’immediato dopoguerra la parabola che portò moltissimi italiani a identificarsi con il Fascismo. Considerato tra le opere più significative e ardite del Novecento, è ancora profondamente attuale perché è il ritratto di Marcello Clerici (figura ambigua, svogliata, isolata), il conformista, e di un modo di stare al mondo, il conformismo. Trasformata in una pellicola indimenticabile nel 1970 (fotogramma in copertina) dal regista Bernardo Bertolucci, questa vicenda sembra attingere direttamente a un sentire nascosto definito da paure, condizionamenti e strategie. Ogni personaggio (anche quando è inventato) ha una voce, ogni voce ha cambiato e cambia il rapporto tra uomo e società, secondo relazioni di identità, libertà e negazione. Non intendo convincere i pochi rimasti senza, ma per una reale comprensione del presente non è mai possibile rimandare la lettura di un libro come questo: è importante dove prendi quello che prendi, è altresì importante dove lo porti e come lo metti in connessione con la tua coscienza.

Alberto Moravia
Bompiani 2019
Euro 14

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Ilaria Campodonico