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Il senso di una fine

Una storia che ti prende e ti porta via, personale e sincera, e non potrebbe essere altrimenti perché parla di senso e fine. Delle nostre vite e di un tempo inquieto. Di realtà, accumulo, responsabilità: gli anni davanti e l’età adulta, la fiducia tradita riposta nelle premesse della gioventù, in cui tutti gli inizi sembrano possibili, dove si urla e si corre forte senza freno a mano, carichi di scintillanti illusioni. Vincitore del “Man Booker Prize 2011”, questo libro racconta la vita di Tony Webster, quando irrompe una lettera ad annunciare una misteriosa eredità che arriva dritta dal passato, dall’amico dei tempi del liceo e dalla prima fidanzata. Si tratta di una labirintica e strumentale ricostruzione per vedere gli oggetti della memoria e sistemarli finalmente a proprio piacimento, giacché la voce autentica delle cose è essenzialmente diversa dal ricordo che portiamo di queste. Ma se “scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto” – diceva Italo Calvino – questo dialogo serrato tra denuncia e resa non può proporre allora un’unica soluzione all’incastro tra la storia particolare e le vite di altri. Resisterà piuttosto la materia, baluardo di separazione e nostalgica riconquista, a celebrare l’insistenza con la quale l’uomo comune crede da sempre nel proprio destino.

Julian Barnes
Einaudi 2012
17,50 euro

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Ilaria Campodonico