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La più amata

Un libro complesso, denso, dolce e crudele

 

Terribilmente bello. Dentro si trova ciò che forse stiamo inseguendo: nomi, soprannomi, cose, paesi, città e ogni elemento – distinto e legato – posizionato strategicamente per raccontare una vita, un amore, eredità e costellazioni familiari. Laddove persiste una certa incapacità ad andare avanti senza voltarsi, il passato agisce in forma consapevole e ritorna. Teresa Ciabatti – figlia prediletta del Professore Lorenzo Ciabatti, primario dell’ospedale di Orbetello, e di sua moglie Francesca Fabiani – oggi, a quarantaquattro anni, è scrittrice, protagonista, donna, bambina. In un romanzo deve succedere qualcosa e dobbiamo avere il tempo di attaccarci ai personaggi, come in un’esistenza esistono infinite cose lontane e non per questo meno care accanto a una buona percentuale di persone che ci stringono e lasciano. Dove trovare il coraggio di andare a vedere, di superare il pudore, di farsi contaminare senza arrendersi al determinismo familiare? La più amata stordisce e lascia scompigliati, è sangue caldo che brucia. Tu, sanguinosa infanzia, dove anche il dettaglio più trascurabile galleggia ancora negli spazi sempre troppo grandi e trasfigurati dalla fantasia, mostri all’improvviso la strada verso casa, l’inizio: allora non potevamo diventare altro.

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 Teresa Ciabatti
Mondadori 2017
euro 18

Ilaria Campodonico