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Scrivere lettere è sempre pericoloso

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La letteratura è costituita anche dalle infinite lettere – lunghe e brevi – che scrittori, musicisti, capi di stato, scienziati, pittori, esploratori si sono scambiati nel corso delle loro esistenze.

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La lettura degli epistolari costituisce una materia d’interesse, perché si tratta per lo più delle storie di grandi uomini e grandi donne, abitate dalle opere, dai viaggi, dalle vicende interiori, dalle rivoluzioni sociali e culturali legate al loro specifico momento storico. A distanza di anni, alle volte di secoli, possono sfuggire alcuni riferimenti, ma le corrispondenze restano avventure trascinanti perché portatrici di un vecchio stile, lento e con parole scritte a mano, intense e incerte, dolci e ossessive. Brasile 1962, una fotografia in bianco e nero per cominciare: a piedi nudi in riva al mare, Elizabeth Bishop e Robert Lowell sorridono. Si incontrarono per la prima volta nel ’47, durante una cena, e fu subito amore. Un sentimento incondizionato e libero, resistente e impossibile. Separati a lungo, scriveranno per raccontarsi i tormenti, le malattie, le cose necessarie della vita come le vicende mondane. Due grandi poeti americani del Novecento, vite parallele in cui l’assenza e l’attesa alimentarono da subito un prezioso epistolario raccolto oggi da Adelphi in un poderoso volume.

Elizabeth Bishop, Robert Lowell
Biblioteca Adelphi 2014
pagine 445
euro 39

Ilaria Campodonico