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Tutte noi abbiamo un Mister Big

“Svegliarsi la mattina, soprattutto il lunedì mattina, è assolutamente ed inevitabilmente inquietante. Soprattutto quando guardandoti allo specchio scorgi un’altra ruga, la terza in pochi mesi”.Questo è quello che si dice tra sé e sé la trentaduenne Giulia prima di affrontare l’ennesimo colloquio della sua vita incasinata e problematica, ed anche incipit di “Tutte noi abbiamo un Mister Big” (0111 Edizioni), opera prima della giornalista napoletana Oriana De Iulio.

 

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“…Penso, penso a come la mia vita fino ad ora non sia stata altro che una serie continua di amori e lavori a progetto, quasi come se le cose andassero di pari passo, come se oggi la precarietà professionale fosse una malattia infettiva che presto contagia anche la vita privata…”
Giulia è un’ antieroina, frutto dei nostri giorni. Una donna piena di dubbi, ansie, insicurezze che si destreggia tra mille ostacoli nel complesso e competitivo mondo del lavoro.
E così un lunedì mattina si reca all’ennesimo colloquio, questa volta per un semplice e riduttivo ruolo di segretaria. Ma una ruga, la terza in pochi mesi, le fa ritornare alla mente gli ultimi cinque anni della sua vita: dal giorno della laurea, che la vedeva felice e piena di idee e di progetti, alla difficile scelta tra un percorso lungo e complesso come la Scuola di specializzazione per l’insegnamento ed un costosissimo master in Selezione e formazione del personale. Anni passati tra un lavoro e un altro assolutamente inappropriati e poco affini al proprio titolo di studi. Come l’esilarante esperienza in un call center, che la vede venditrice di carte di credito e dove da subito viene etichettata come “la pecora nera del gruppo delle 16”; o lo stage in una delle più importanti agenzie di lavoro interinale. Una esperienza che lascia l’amaro in bocca, che fa comprendere a Giulia la distanza che c’è tra il mondo reale e la pura e semplice teoria ; Giulia prova ad essere al passo con il “sistema”, ma di quel sistema sarà presto vittima lei stessa. Il suo percorso professionale la porta ad accettare una collaborazione non retribuita all’Università di Napoli, un sogno, una vera e propria passione .
E quasi di pari passo trascorre anche la sua vita sentimentale, tra un uomo ed un altro del tutto improbabili , sempre alla ricerca di quello che Giulia definisce il suo Mister Big: ovvero l’altra metà della mela, quello che ti capita una sola volta nella vita e che una volta perso non dimentichi più.
E’ questo è stato Lorenzo per lei! Un critico d’arte contemporanea, un uomo colto, affascinante, intelligente, anticonformista, egoista e fuori dalle regole. E lei per anni non fa altro che inseguirlo, cercando di essere al passo con le sue regole, con il suo stile di vita, amandolo sicuramente più di se stessa fino a considerarlo una vera e propria droga. e da sfondo una città, Napoli, vera e propria matrigna nei confronti dei suoi figli, spesso distaccata e cinica, poco protettiva verso chi è costretto ad andar via per sottostare ad una logica sociale che impone di recidere le proprie radici per ottenere ciò che di diritto ognuno dovrebbe avere a casa sua. tanti i personaggi che la circondano, con le loro storie, le loro problematiche, i loro amori e tutti si muovono con un ritmo veloce seguendo una meta non del tutto definita. E’ tutto fino a quel giorno, il giorno di quello che lei spera sia il suo ultimo colloquio….
Alla ricerca di una stabilità sperata, ma forse mai voluta sul serio, Giulia incarna per tantissimi aspetti la donna moderna: troppo sicura, troppo insicura, troppo giovane, troppo vecchia, troppo preparata, troppo poco specializzata, troppo spiritosa, troppo acida. In una parola inadatta per qualche motivo ad una società che sembra dirle continuamente cosa è giusto fare senza indicarle mai la strada. La sua vita si dipana tra amici insostituibili, esperienze lavorative fallimentari ma formative e amori senza soluzione di continuità. Dipendenze e co-dipendenze affettive, instabilità economica, insicurezze e delusioni che si accumulano nel tempo, coraggio e prese di posizioni, rendono i nostri protagonisti tanto reali quanto parte del vissuto di ognuno di noi sia nelle piccole che nelle grandi cose dando al manoscritto una caratteristica di universalità e trasversalità unita ad una scrittura semplice, ma mai semplicistica.