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Un artista del digiuno

Uno di quei libri che riesce ad attraversarci “come una scure piantata nel mare di ghiaccio che è dentro di noi”.

Kafka avrebbe potuto usare queste parole anche per il suo ultimo libro (l’amico Max Brod ricorda che fino al giorno della sua morte lo scrittore lavorò instancabilmente alla correzione delle bozze nel sanatorio vicino Vienna). “Un artista del digiuno” sono quattro racconti di uomini per i quali l’arte è una vocazione, lo scopo dello stare al mondo, un istinto e una condanna, qualcosa da praticare anche quando non ci sono spettatori a guardare: il digiunatore continua infatti a non mangiare quando resta dimenticato nella gabbia e il trapezista è sospeso nel vuoto oltre la fine dello spettacolo. Una vita intera, come è stata quella di Kafka, fatta di giornate chiuso in una stanza a scrivere: ecco la sua felicità. Sono storie d’isolamento e silenzi. Di artisti che realizzano se stessi non nella semplice produzione di oggetti, ma trasformano la loro stessa vita in un’opera d’arte. Sono arte. Così leggere questo libro è come scartare un regalo prezioso, perché porta un significato conclusivo, centrale, estetico, di uno scrittore grande, apparentemente impenetrabile, assurdo, raffinato ma che ha voluto lasciarci questa volta con un messaggio semplice e lucido, come soltanto gli uomini saggi.

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Franz Kafka
Quodlibet 2009
10 euro

Ilaria Campodonico