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Lucas Cranach: l’altro Rinascimento

Fino al 13 febbraio 2011 alla Galleria Borghese.

Per la prima volta sono presentate, al pubblico italiano, la figura e le opere di Lucas Cranach il Vecchio, massimo esponente, assieme a Albrecht Durer, della rinnovata pittura tedesca del 1500. La mostra intende dare un’immagine complessiva della produzione artistica del pittore rinascimentale, artista di corte e innovatore, legato alle tradizioni fiamminghe ma contaminato anche dalle novità figurative italiane. Nella storia dell’arte, Cranach è forse maggiormente noto come amico e partigiano di Lutero, con il quale ha gettato le basi di un’ iconologia protestante. Ma Cranach, a capo di un grande ed attivissimo atelier nella città di Wittenberg, introduceva nella pittura tedesca anche altri soggetti, soprattutto una nuova immagine del nudo, dell’erotico, nonché dei temi umanistici ed una ritrattistica particolarmente incisiva ed innovativa. Cranach fu esponente di un “altro Rinascimento”, diverso dal classicismo teorizzato e praticato dal suo grande contemporaneo e concorrente Albrecht Durer, diverso anche dal Rinascimento italiano. Nella mostra verranno presentate circa 45 opere pittoriche fra le più significative di Cranach, provenienti dalle massime collezioni pubbliche e private, europee e statunitensi, alcune praticamente per la prima volta fuori della loro sede. Circa dieci xilografie dimostrano l’ incredibile virtuosità e inventività di questo artista, ancora poco conosciuto . Il quadro di Venere e Amore che reca il favo di miele, rappresenta il punto di partenza della mostra, visto che si tratta di un quadro di proprietà della Galleria; da quella figura longilinea, sottile, con cappello in testa appoggiata a un tronco d’albero che raffigura una Venere sui generis, potrebbe partire l’analisi dell’arte del pittore tedesco. Un’arte che si rifaceva all’iconografia dei grandi autori italiani, evitandone però, l’imitazione. In realtà fu un modernizzatore che si affidò ai canoni dell’estetica fiammingo-borgognona. Le sue donne seminude (Cranach fu considerato il pittore cinquecentesco del nudo femminile per eccellenza), inserite in contesti sacri e profani, sono inconfondibili: allungate, flessibili, prive di struttura ossea e per certi versi inquietanti. E non solo le donne. Basti osservare la Vergine col Bambino messa a confronto con quella del Bellini, o il San Girolamo di Cranach posto a fianco dell’opera omonima di Lorenzo Lotto. L’atmosfera da incubo contrasta con la luminosità dei nostri pittori. L’artista tedesco con il suo stile rielabora le parabole e i miti, la sua Lucrezia, esempio di forza etica e morale, forse ripresa dallo stesso soggetto di Jacopo Palma, è priva del pathos tipico delle versioni di Dürer e Tiziano. Cranach sconvolge anche con la sua Giuditta, con Salomè che mostra la testa di San Giovanni Battista al visitatore, e con la serie di ritratti di fanciulli scarni e pallidi. Tra i ritratti quello che risalta di più all’occhio è senza dubbio l’amico Martin Lutero insieme alla moglie Katharina von Bora. Perché, non dimentichiamo, Cranach è stato anche il pittore della riforma luterana.

Informazioni:
Roma, Galleria Borghese, Piazzale Scipione Borghese 5
Orari: lunedì, dalle ore 13 alle 19 , dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 21
Ingresso: intero 11,50 per mostra e Galleria Borghese, più diritto di prevendita € 2
la prenotazione è obbligatoria
Prenotazioni: tel. 06 32810 – www.ticketeria.it

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Emanuela Maisto