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Michelangelo Antonioni alla Casa del Cinema

Omaggio al grande maestro della cinematografia italiana e mondiale.

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Fino al 26 Febbraio la Casa del cinema rende omaggio al regista Michelangelo Antonioni con una emozionante mostra. Per il centenario della nascita la Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma ha deciso di onorare la carriera e l’opera artistica di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento con una mostra in programma fino al 26 febbraio. Regista, sceneggiatore, montatore, scrittore, pittore italiano, è uno dei capisaldi della cultura cinematografica italiana e mondiale. Dopo l’esordio nel 1950 con Cronaca di un amore fu la volta di “trilogia dell’incomunicabilità”, tre film interpretati dalla splendida Monica Vitti, L’avventura, La notte e L’eclisse, considerati opere in grado di “rinnovare la drammaturgia filmica”. Nel 1964 si aggiudicò il Leone d’oro al miglior film al Festival di Venezia con Il deserto rosso, tre anni dopo con Blow Up vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes: titoli che lo consacrarono a livello internazionale. Ma nel 1995 ottenne il titolo più prestigioso della storia del cinema: il Premio Oscar alla carriera. E questi sono solo alcuni riconoscimenti che Antonioni riuscì ad ottenere grazie ai suoi indiscussi capolavori cinematografici, entrati nella storia del cinema mondiale. Sono le tele di Miria Malandri a far rivivere alcuni straordinari momenti dei film di Antonioni. Attraverso la tecnica del “fermo immagine”, la Malandri ci restituisce pochi secondi, dei fotogrammi, dei frammenti di una storia più grande, reinventando quella simmetrica concezione dell’arte secondo cui sia il cinema ad attingere dalla pittura. Con l’opera di Malandri avviene esattamente il contrario. Gli occhi di Michelangelo Antonioni, questo il titolo della mostra, rivivono attraverso le tele dipinte dalla Malandri: tutto si ferma, si plasma e si trasforma attraverso gli occhi della pittrice. Fa rivivere per ammirare nuovamente. L’artista è nata a Forlinpopoli nel 1946. Vive e lavora a Forlì. Dopo aver frequentato gli studi classici e il corso di Disegno Anatomico presso l’Università di Bologna, ha iniziato la sua attività di pittrice. Dopo un lungo percorso attraverso la realizzazione di dipinti di tipo surreale e ispirati al teatro dell’assurdo, di immagini di famiglia e di nature morte, dal 2002 al 2004 ha collaborato con Art’è. Lo sbocco delle sue ricerche artistiche si trasforma negli anni in dipinti di ispirazione cinematografica, inizialmente come passione per il cinema, poi come riappropriazione di quanto il cinema ruba alla pittura, infine come esaltazione dell’attimo fuggente. Per chi ritiene che il cinema sia espressione della vita di tutti i giorni, fermare il movimento significa fermare il tempo. Il “fermo immagine” consiste nella visione dei film e nell’individuazione in maniera personalizzata di momenti particolari che suggestionano la fantasia dell’artista. Il risultato che ne consegue è una visione inedita e soggettiva di fotogrammi che nei film possono scorrere in pochi secondi e spesso passare inosservati, qui invece vengono immortalati e si lasciano guardare in quel secondo immenso. Si è di fronte quindi ad una mostra di dipinti che reinterpretano in senso inverso il rapporto cinema-pittura che ha sempre visto il cinema attingere a piene mani dall’arte pittorica.

Emanuela Maisto