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Aziza Brahimi – Sahari

Quando la musica è resistenza

Aziza Brahimi è una donna nata e cresciuta nel campo rifugiati di Sahrawi, in Algeria. È proprio nel campo che ha scoperto la musica come via di resistenza e di espiazione dal dolore. Sahari è il suo sesto lavoro in uscita il 15 novembre. Sulla copertina del disco una ragazza posa con ballerine e un tutù bianco scintillante. È una scena d’infanzia comune ma totalmente capovolta. La protagonista, infatti, non è una privilegiata e lo sfondo non è certo una confortevole casa di periferia. È un’esiliata. Non vive nemmeno vicino alla sua patria d’origine e dietro di lei si trovano le tende e gli edifici di un campo profughi. C’è un deserto e un cielo in fiamme alle sue spalle. Eppure, anche in questa desolazione, ha ottimismo. Lei crede in un futuro migliore. Un’immagine di speranza dunque, che si traduce nel lavoro più avventuroso e sublime firmato da Aziza ad oggi.
Per raggiungere questo traguardo artistico Aziza Brahim si è rivolta all’acclamato artista spagnolo Amparo Sánchez degli Amparanoia per la pre-produzione dell’album: una collaborazione che ha avuto un impatto trasformativo sulla musica. Le tessiture si ampliano e l’ingresso della programmazione elettronica e delle tastiere rende più vitale e contemporaneo il suono.
“Amparo è un artista che ho sempre ammirato”, osserva Brahim. “Ha suggerito di introdurre l’elettronica e questo significava registrare in modo diverso. Prima registravamo tutto dal vivo mentre questa volta abbiamo lavorato tutti in diversi studi per poi mettere insieme i pezzi”. Per accostarvi all’ascolto scegliete Leil e Hada jil.

David Gallì

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