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Durden and the Catering – Il Nostro Quadro

Sabato 2 febbraio 2013, ore 22.30, Lian Teatro Carlsberg (Via Celsa 6 – Roma), presentazione di “Il Nostro Quadro”, l’ep di esordio di Durden and the Catering in uscita per U.d.U. Records e New Model Label.

Durden – vero nome David Boriani – è un giovane cantautore della scena romana, classe 1983, che nel novembre del 2008 fonda “Durden and The Catering” con Emiliano Martinello (percussioni) e Paolo Gerosimi (basso). Nel 2010, quando alla formazione originaria si unisce Giuseppe Levanto (piano Rhodes), comincia una lunga serie di concerti nei principali locali della sua città (Contestaccio, Circolo degli Artisti, Lian Club, MarteLive, Disaronno Contemporary Terrace, Locanda Atlantide), che gli consente di ottenere il favore di un pubblico sempre più fedele di appassionati e una particolare attenzione da parte degli addetti ai lavori.

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E’ nel 2011 che esce il suo primo singolo autoprodotto “Nel tuo immaginario”, insieme al primo videoclip. Sempre nello stesso anno è tra i primi quaranta finalisti di Area Sanremo con il brano “Il nostro quadro” e, all’inizio del 2012, decide di tornare in studio per dedicarsi al suo primo ep, distribuito da UDU Records, con la produzione artistica di Francesco Tosoni – Noise Symphony (Nathalie, Makay, Tony Formichella e Chiarastella).

Nel 2012 ottiene la prima posizione al Calvello Festival ed è semifinalista al Premio De Andrè. Intanto la band trova due nuovi elementi: Simone Massimi al basso e Roberto Pirami alla batteria. A novembre, Durden partecipa alla trasmissione in streaming web “Senza Filtro” di Stefano Mannucci con uno speciale live acustico ad aprire il concerto dei Bud Spencer Blues Explosion.?

 Dove nasce la tua voglia di fare musica? Sono cresciuto in una famiglia numerosa, o meglio, il parentado era numeroso! I cugini più grandi ostentavano, appesi ai muri delle loro camerette, bassi elettrici e chitarre, e più o meno tutti sapevano cantare e suonare.  Essendo il più piccolo naturalmente potevo soltanto guardare gli strumenti. La mia voglia, il mio bisogno, nasce proprio in quel preciso istante! Piano piano crescendo e mostrando sempre più interesse per la musica, un giorno ebbi il permesso da un mio cugino, solo dopo essermi lavato le mani, di prenderne uno dalla parete. E fu così che impugnai, senza palesar fatica, il mio primo, pesantissimo, strumento musicale: il basso elettrico! Tutto iniziò lì!  Da quel momento la musica è sempre stata presente nella mia vita, giocando un ruolo fondamentale.

Come scrivi? Mi è capitato di scrivere “a più riprese”, ma anche di comporre testo e musica in una sola nottata. Dipende dai casi!  Non sono la persona che dice: “ora scrivo un pezzo”! Lo vorrei tanto però. E non sono neanche il tipo che scrive solo su A4 bianco o block notes apposito! Scrivo un po’ dove capita. Il retro di uno scontrino, anche quello è perfetto per buttar giù un bel testo! ?

Cosa è cambiato dall’inizio? Agli esordi il suonare era più una valvola di sfogo, un diversivo. Oggi è cambiato un po’ tutto; l’approccio al progetto principalmente. La parola “serietà” non mi fa impazzire, ma in un certo senso sembra quello il criterio di base. Stiamo raggiungendo ottimi risultati e questo ci esorta a fare di più e meglio! Il cambiamento è stato possibile, naturalmente grazie all’interessamento ed il lavoro di noise symphony (Francesco Tosoni e Pierfrancesco Pastore), ma anche grazie a persone come Simona, Rita e Danilo; figure importanti che ci aiutano e ci seguono nel progetto,  Un vero DreamTeam! 

Che tipo di musica ascolti e che tipo di musica fai? Sono diversi i generi musicali che ascolto. Gli artisti, dei tempi passati, che più ammiro sono Ciampi, Tenco, Endrigo e Bindi. Per quanto riguarda invece l’attuale panorama musicale ti dico Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e Samuele Bersani. A loro aggiungerei una quota rosa: Cristina Donà. Rispondere a “che tipo di musica fai” non è per me così semplice, da quando ho iniziato a suonare ho cercato più volte di definire il genere “Durden”! E’ una commistione di suoni, ne sento diversi! Il fatto è che non sono un fenomeno nell’ “etichettare”. 

Cosa è “Il Nostro Quadro”? Una canzone?! Che dici… me la cavo così?! Direi di no! E’ un brano a cui tengo molto! Io in questo quadro ci vedo due persone con lo sguardo rivolto in prossimità del medesimo intento; stanno guardando la stessa cosa. Sono felici!

Perché hai scelto di fare una cover come “La musica è finita” di Bindi-Califano??Non sono mai stato bravo nel cantare le canzoni degli altri. E per niente bravo come “menestrello da falò”! Eppure, in vista della pubblicazione dell’EP, ho pensato bene fosse tempo di confrontarmi con un brano rinomato. La scelta della riedizione de “La musica è finita” l’ho voluta e cercata assieme al mio produttore artistico Francesco Tosoni. Oltre ad essere un brano stupendo, attraeva l’idea che non fosse una canzone reinterpretata da molti. 

?Come è andato l’incontro con Marco Travaglio? Bene! Benissimo direi! Non avendolo ancora incontrato sono sicuro di avergli fatto una buona impressione. Ah! Ti spiego. Tempo fa ho deciso di inviargli per mail il brano “Res Publica”, con la richiesta di poter utilizzare una sua frase nel mio pezzo. Non avendo mai avuto contatti diretti con lui, in nessun momento mi sarei immaginato rispondesse!! Invece una mattina confuto l’insperato ma illustre riscontro. Era il giorno prima del Natale 2011. Un’inaspettata nota di copertina sotto l’albero.

Scrive Marco Travaglio nella nota introduttiva al disco: “Ho conosciuto David Boriani, in arte Durden, perché un giorno mi ha scritto una mail e mi ha chiesto di poter usare la frase di un mio articolo che, lo confesso, mi ero già dimenticato di aver usato e scritto. Naturalmente ho accettato, non foss’altro che per la gratitudine di avermela ricordata. L’idea poi che entrasse in una canzone mi ha un po’ inorgoglito. Ora l’ho appena sentita, quella canzone. E presto – se avete acquistato questo album – la ascolterete anche voi. E’ molto bella, fin dal titolo: “Res Publica”. Non capita tutti i giorni che un giovane cantautore scriva una canzone, le metta un titolo in latino e la dedichi all’educazione civica. Meglio così: visto che l’educazione civica è sparita dalle scuole, almeno sopravvive nella musica. Comunque Durden, prima del mio calembour, ha infilato un verso che è ancora meglio: “La verità sempre a galla, speriamo non venga su morta.” Ecco, speriamo”.

In occasione della presentazione ufficiale dell’EP, al Teatro Centrale Carlsberg di Roma, sarà proiettato il nuovo video del brano “Res Publica” per la regia di Luca Monetti – Casa di produzione Noise symphony. www.durdenofficial.it/

Ilaria Campodonico