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Eels – Electro-Shock Blues

Il secondo album della band: un piccolo e toccante capolavoro

Gli Eels sono, o meglio è, Mark Oliver Everett, conosciuto con lo pseudonimo di Mr E, attorno al quale girano numerosi artisti. La sua vita è stata scandita da eventi tragici, di fronte ai quali il musicista si è sempre rifugiato nella musica, dando vita a questo toccante e piccolo capolavoro: “Electro-Shock Blues”. Secondo album della band, nasce in seguito alla morte della sorella e della madre del cantante. Everett reagisce in un modo tutto suo, creando canzoni allegre su temi tristi e brani malinconici sulla felicità. In tutto l’album rimane evidente l’influenza del suo stato d’animo, ma il messaggio finale sarà quello di lottare e continuare a vivere, nonostante le tante avversità. Il disco inizia con “Elizabeth On The Bathroom Floor”, brano nel quale sono riportate, fedelmente, le angosce, scritte in un diario, della sorella, morta suicida e messe in musica con la più sognante delle melodie. “Going To The Funeral part 1”, “Cancer For The Cure”, “Hospital Food” parlano di malinconia, vuoto e smarrimento, ma con sarcasmo, cinismo e irriverente ironia; il tutto condito con sottofondo blues dove risaltano fiati e clarinetti deliranti. La seconda metà dell’album descrive, invece, una nuova alba fatta di speranza, solarità e reazione alle più cupe avversità. “Climbing To The Moon” parte con una sommessa chitarra, per culminare con un crescendo orchestrale da pelle d’oca. Una dedica dolce al padre (noto fisico quantistico), che non c’è più, è presente in “Baby Genius”. L’opera si chiude con “P.S. You Rock My World” che lancia l’ultimo messaggio finale di positività e ottimismo (… and maybe it is time to live).

Guido Carnevale

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