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I Viva Santa Claus presentano “Mutandina Sexy Duck”

Questo mese Rumori di Fondo ospita una band nata all’incirca tre anni fa come progetto parallelo a due gruppi già noti dell’underground capitolino.

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Stiamo parlando di Aphorisma e Madkin. Luca Cartolano e Serena Pedullà, ovvero i rispettivi chitarristi dei gruppi appena citati, assieme a Giuseppe Nicotera degli All The Shit’s Holes, decisero all’epoca di tirare su i Viva Santa Claus, un power trio che già aveva attirato l’attenzione di molti con l’EP “Stupid White Man” uscito nel 2009 e con un brano esplosivo intitolato “I Fuck On The First Date”. Dopo aver recensito l’EP incappo nei loro live almeno un paio di volte. Ricordo bene la serata in cui aprirono l’esibizione di Joe Lally, leggendario bassista dei Fugazi, al Sinister Noise, evento che ha visto come ospite d’onore tra il pubblico anche Dez Cadena dei Black Flag (attualmente nei Misfits).
Il 26 marzo scorso, invece, c’è stato il live di presentazione del nuovo disco “Mutandina Sexy Duck” sempre nello stesso locale, assieme ai Dirtyfake (già trattati nel numero di dicembre, quindi voi collezionisti di Urlo andate a ripescarvi il pezzo!).

L’illuminazione che ebbi non appena uscito dal club fu abbastanza scontata, non sempre capita di recensire band di cui si è realmente interessati. E quindi eccoci qui a parlare dei Viva Santa Claus, spiegare e descrivere quello che suonano, ciò che evocano. È un po’ una maledizione, perché si vorrebbe convincere il lettore, ma l’effettivo “innamoramento” avviene attraverso altri fattori, primo su tutti il live, per cui non ci resta che scrivere, scrivere e scrivere. Il punto di partenza è il grunge, lo si avverte immediatamente sia a livello visivo che sonoro: distorsioni possenti, la presenza di melodia e di note dissonanti allo stesso tempo, la violenza di urla primordiali ma anche la dolcezza di parole appena sussurrate, sospirate. La decisone di suonare senza basso e di cantare in inglese, italiano e in dialetto calabrese rende il progetto particolare, attuale, che va dritto al punto. Aggirano la celebre questione della lingua mischiando continuamente le carte, abbandonandosi all’istinto, sfogandosi attraverso la musica, un approccio molto semplice e catartico. In poche parole prendono in mano gli strumenti e suonano, punto. E quello che ne scaturisce è molto istintivo, scarno, vivo.

“Mutandina Sexy Duck” (solo l’artwork si merita un bel 10) è un passo in avanti per questa band: gli 11 brani del disco non si confondono, c’è molta varietà, ognuno ha una sua indipendenza. Si alterna ancora di più la melodia e il rumore: “Stai Zitto!” è a metà del disco e si discosta decisamente da pezzi come “Johnny Cash è meglio di me” o “Rigmarole”, ma la sua vena allegra, solare, esalta i pezzi più violenti.
Chi ha letto queste righe è quindi obbligato a visitare il loro sito ufficiale www.vivasantaclaus.com, ascoltare i brani sul loro myspace www.myspace.com/vivasantaclaus o aggiungerli su facebook. Fate i seri per favore!

 

Marco Casciani