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LeMura: protetti o intrappolati?

Se c’è qualcosa di estremamente importante tra le giovani band che hanno la possibilità di affermarsi nel mondo musicale italiano è “come” e “che cosa si comunica al pubblico”.

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La musica, non c’è neanche bisogno di dirlo, è sopra tutto. Ma come si sa è raro trovare gruppi che non abbiano una personalità che li contraddistingue al di fuori di ciò che dovrebbe essere l’unica cosa veramente importante, cioè la musica. Penso a Steve Albini, che proprio su questa filosofia ha portato avanti i suoi vari progetti, ma non trovare il merchandising ad un concerto degli Shellac è comunque un messaggio molto chiaro e diretto. Ecco perché qui da noi spesso si discute se sia giusto utilizzare la lingua italiana o inglese, o si rimane stupiti dell’umiltà di alcuni artisti con cui si può tranquillamente chiacchierare a fine concerto. Così scopriamo che Pierpaolo Capovilla (frontman del Teatro Degli Orrori) fa il cameriere a Venezia, che i Ministri non se la tirano affatto essendo praticamente coetanei ai ragazzi che li seguono o che i giovani cantautori romani si possono incrociare a San Lorenzo praticamente tutte le sere. La dimostrazione che ciò che si fa è assolutamente sincero, limpido, senza alcun fine nascosto (naturalmente non dispiace a nessuno far soldi: di questo siamo tutti convinti!), oggi per un certo pubblico è una prerogativa fondamentale.

Questo ho pensato quando Andrea Purpura mi ha parlato del suo progetto, LeMura, della storia di come è nato, e di come cercano di muoversi ora per tentare con determinazione una strada non facile. Una determinazione che è il risultato della rabbia accumulata verso un sistema che non funziona.
Andrea dopo l’esperienza da finalista di SanremoLab nel 2008 con il nome d’arte “Hegel” ha deciso di fare di testa sua senza imposizioni di alcun tipo, dando vita a questo gruppo. Scrive una canzone, la prima, che dice: “Ogni giorno generiamo inconsciamente schiere di pensieri inutili che ci separano dallo spirito. Sono mura invisibili che ci proteggono, le stesse che ci tengono in trappola”. Il nome viene da qui perché come lui stesso ci dice “è nato proprio per mettere in risalto la relatività della nostra esistenza. Le mura possono proteggerti come tenerti in trappola, lo stesso faranno le nostre canzoni”. Poi parlando della sua esperienza spiega che “l’unica vera competizione a cui mi sento di partecipare è quella con me stesso,con i miei limiti e i miei pregiudizi, con le mie mura e con le vostre. Per gente come noi andare a X Factor sarebbe come nuotare sul cemento. Se la mia è azione spirituale o è soltanto un gioco indispensabile non lo voglio neanche sapere, c’è comunque un desiderio innato nel voler condividere”.
LeMura in questo momento stanno ultimando il loro primo album, che verrà regalato durante i concerti della prossima estate. Il loro alternative rock è il frutto di influenze musicali molto diverse: da De Andrè ai Ramones. Intanto molti brani sono pubblicati in rete per cui se siete curiosi e volete lasciare un commento andate su www.myspace.com/lemuraspace.

Marco Casciani