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Mannarino – Bar della rabbia

A metà tra lo stornello romano, la musica di Vinicio Capossela e le poesie di Trilussa, ecco Alessandro Mannarino, giovane “cantastorie” di una Roma antica, quasi dimenticata. Ci regala immagini di una città decadente che vediamo ogni giorno ma che non apprezziamo più, proiettati come siamo al futuro. La bellezza di Roma è anche quella di essere rimasta, in certi quartieri e nei comportamenti di alcune persone, quella degli anni ’50-’60. Mannarino piace perché è uno di noi, racconta realtà vicine e, con semplicità, le rende poetiche.

Chi non si è mai ubriacato per una donna? Me so’ mbriacato parla proprio di questo, su un arpeggio di chitarra che accelera e decelera in continuazione proprio come il passo di un ubriaco. In Svegliatevi Italiani si tratta, con ironia romanesca, la situazione di crisi che investe l’Italia. Una serie di luoghi comuni, le classiche chiacchiere da bar, sapientemente messe in musica. Il disco prende ritmo con Elisir d’Amor un mambo su come con l’amore si possano curare i problemi del mondo e “le ombre del cuore”. Le Cose Perdute racconta una serie di situazioni paradossali un po’ come amava fare De Andrè. Il Bar della Rabbia è un monologo teatrale appena accompagnato da qualche accordo di chitarra. Sembra quasi di vederlo Mannarino seduto su uno sgabello mezzo rotto in un vecchio bar con un quartino di vino rosso che parla della vita e delle sue esperienze celebrandole con un brindisi a tutti quelli come lui. Tevere Grand Hotel è intrisa di sonorità dell’est a partire dalla fisarmonica. È infatti un racconto di quel mondo sommerso e misterioso che c’è all’interno dei campi nomadi che riempiono alcune famose vie della Capitale. Scetate Vajò è una tarantella che parla di un amore finito, delle sofferenze che ne seguono e di quello che si fa per allietarle.
Mannarino è come un cicerone che ci porta alla scoperta di una parte di Roma lasciata in un cono d’ombra. Sono storie che si raccontano ai tavoli dei vecchi bar di periferia tra anziani, ubriachi ed immigrati e che solitamente lì rimangono. Per ascoltarle entrate al Bar della Rabbia, Mannarino vi aspetta.

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Simone Brengola