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Paul McCartney – Flaming Pie

Con il progetto “Anthology”, Sir Paul effettua un viaggio a ritroso nelle sue radici, che porterà nuova luce nella sua fantasia compositiva. Da ciò nasce nel 1997 il suo miglior album solista: “Flaming Pie”, il cui titolo enigmatico richiama il sogno fatto da Lennon in cui gli viene suggerito il nome della band; è un lavoro ricco di atmosfere beatlesiane venate di malinconia e ricche di suggestione. Con l’aiuto di musicisti quali Jeff Lynne, Ringo Starr, Steve Miller, Geoff Emerick e la produzione del fido George Martin, Paul dà vita a un disco esaltante grazie alla notevole qualità dei brani nonché all’accurato lavoro di registrazione e post-produzione. “The Song We Were Singing” è una sorta di acustica riflessione sui temi principali della vita e sul tempo che passa, un brano di innegabile suggestione. “If You Wanna” è un blues texano registrato con l’amico Steve Miller, “Young Boy” la canzone dedicata al suo unico figlio maschio, James. “Somedays” la cui bellezza sta nel delicato intreccio tra voce e chitarra prima dello splendido ritornello centrale. Liverpool e i ricordi di gioventù tornano prepotenti nelle parole che si venano di commozione e nostalgia. “Flaming Pie” è un viaggio che presenta subito i suoi connotati emotivi molto forti, è un contrasto tra musica gioiosa e rarefatta. I brani acustici segnano il lavoro: canzoni struggenti come “Little Willow”, gioielli di una poesia musicale ineguagliabile come “Heaven On Sunday”, piccoli ricami familiari come “Great Day”. L’amore immenso per Linda ispira “Calico Skies”, tenero pezzo a base di chitarra e voce. È un lavoro eccellente, ricco di pathos, poesia e grande musica, in cui è racchiuso il talento infinito di un grandissimo compositore: Sir Paul McCartney.

Guido Carnevale

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