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Polar for the Masses – Italico

Tempo fa vidi i Polar for the Masses in un piccolo e fumoso locale di San Lorenzo.

In tre sul palco, una chitarra, una batteria e il cantante al basso che sembrava Sick Boy di Trainspotting. Suonarono un’oretta e mezza, il pubblico non era abbastanza, ma rimasi colpito dal loro stile. Tantissimi gruppi italiani che vogliono distaccarsi dai legami con l’Italia per diventare più internazionali, alla fine sono tutti uguali: scrivono testi in inglese perché in inglese una qualsiasi banalità “suona bene”, le ragazze cantano come Patti Smith o come Courtney Love, i ragazzi come Kurt Cobain o Eddie Vedder. Qualche movenza punk e il gioco è fatto. 

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Invece i Polar For the Masses hanno qualcosa di diverso: nei loro pezzi si sentiva, sì, l’influenza del post punk, del noise, dell’indie rock in generale, ma la struttura dei brani non era per niente banale. Insomma, si percepiva una certa complessità, ma era come se fosse mascherata da musica semplice.

Ora escono sotto La Grande V Records con Italico e il messaggio è chiaro: “Perché non provare ad accorciare ulteriormente la distanza che ci separa dal nostro pubblico e cercare di farci capire più direttamente? Abbiamo iniziato a comporre nuove canzoni pensandole da subito in italiano, raccontando la vita e l’attualità dal nostro punto di vista, parlando in modo più o meno ermetico, come da nostra consuetudine, di ciò che ci circonda e che ci sta a cuore”. Un’inversione di rotta coraggiosa: potrebbe funzionare.

 

Marco Casciani