Home Cultura Musica e Rumori di Fondo

Rags Tower & The Little Hell – Flowers in town

rags

I RT&LH provano a fare il salto di qualità distaccandosi da quello che è il cliché dei gruppi underground tutti sala prove e concertino mensile nei live club. Quello che per molti è il punto di arrivo, ovvero la registrazione di un album, per loro vuole essere il trampolino di lancio.
Il disco è stato registrato e missato “in casa” al Music Garage Studio. Solo il mastering è stato fatto dall’Audio Plexus Studio (Londra) per dare i giusti volumi a quel sound inglese che contraddistingue il gruppo.
La band è tutta “made in Rome” ma la musica dei RT&LH arriva direttamente dall’umida Albione e, non a caso, i testi sono in inglese per adattarsi meglio alle loro sonorità. C’è però qualcosa di diverso rispetto alla continua ricerca e sperimentazione, spesso manierista, dei numerosi gruppi indie. È qui che si nota l’anima romantica, il cuore italiano che sa abbandonarsi a veloci riff di chitarra, ritmi battenti e tanto divertimento ma sa anche, nel tempo di un battito, tornare ad essere riflessivo ed intimo. Questa è la peculiarità dei RT&LH come se il nome distinguesse anche le due anime del gruppo: una si dimena in un “piccolo inferno” di musica indie rock che ti trascina in pista a ballare canticchiando da subito i ritornelli; l’altra è una “torre di stracci” intrisi di riflessioni e vecchi ricordi, una sorta di memoria dei luoghi e delle esperienze vissute.
Canzoni come Flowers In Town e Everyday, con i loro suoni decisi e allegri, sono capaci di cambiarvi l’umore. Forget It, Parallel Reality e The Last Petal In St Gilles Square con le loro atmosfere delicate ma allo stesso tempo pungenti ci riflettono le emozioni del gruppo. Nota di merito per testi come Living On A Wheel dove un clown rappresenta l’immagine comico-malinconica di una generazione che non ci sta e vive in equilibrio perenne su un filo a 10 metri d’altezza. O Blur, decadente visione di Londra dove troviamo il tema del moderno emigrante sospeso tra due mondi che non sente propri, quello italiano e quello inglese. Come detto in precedenza forse è proprio da questo dualismo interiore che nascono i ‘fiori in città’.

Simone Brengola

Ads