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Teatro degli Orrori @ Villa Ada

Villa Ada, ieri sera, si è riempita del particolarissimo sound del Teatro degli Orrori, la band che nell’ultimo anno più ha fatto parlare di sé, esplodendo in popolarità tra giovani, giovanissimi e non più giovani, grazie alla vivacità di contenuto e contenitore, di suono e testo, di spettacolo e di riflessione.

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Il Teatro degli Orrori (Pierpaolo Capovilla alla voce, Gionata Mirai alla chitarra, Franz Valente alla batteria e i due nuovi membri aggiunti, Nicola Manzan alla chitarra e violino, e Tommaso Mantelli al basso) sono una band che si vanta di fare musica “per la testa, e non per i piedi”. Il riferimento all’intellettualità di alcuni pezzi, da “A sangue freddo”, canzone che dà il titolo al loro secondo lavoro e che si riferisce alla tragedia di Ken Saro Wiwa, a “Majakovskij” o “E lei venne”, entrambe tratte da lavori poetici (la prima di Majakovskij, per l’appunto, e la seconda di Baudelaire). Testi densi di contenuti, che vanno dalla politica – “Compagna Teresa” o “Terzo Mondo” –  alla religione – “Padre Nostro” – ai problemi più comuni, legati all’intimità del singolo e alle inquietudini quotidiane – “E’ colpa mia”, “La vita è breve” – all’amore e alla perdita – “Il turbamento della gelosia”, “Due”, “Die Zeit”. Canzoni alternate tra il primo album “Dell’impero delle tenebre”, lavoro più sperimentale, a tratti recitato e di ascolto non agevolissimo e forse proprio per questo più apprezzato del secondo lavoro “A sangue freddo”, sicuramente più melodico ma strutturato in modo da poter abbracciare un pubblico più ampio senza perdere la verve che ha fatto nascere e ha improntato inizialmente l’idea della band. Un gruppo, quindi, che non farà di certo musica per i piedi, ma il sound scatenato che li contraddistingue, che va dall’alternative-rock fino a raggiungere apici noise, di certo non concilia la staticità del pubblico, che durante l’esibizione di ieri sera, come del resto in tutte le altre date dove il Teatro ha spesso registrato il sold-out, ha preso d’assalto le transenne a bordo palco cercando in tutti i modi di avvicinare un Pierpaolo Capovilla scatenato, che si è gettato nella folla a cuor leggero, rendendo felice la cospicua cerchia di estimatori che hanno addirittura fatto comparire, tra le braccia alzate a incitare il frontman inneggiando alle canzoni, un bel cartello con scritto “Vota Capovilla”, sottoscritto dai presenti prima dell’inizio del concerto. Perché molto del loro successo, oltre che per la bravura indubbia e l’originalità del progetto, è sicuramente dato dalla forte interazione che hanno deciso, tutti i membri della band ma in particolare proprio Capovilla, di instaurare con il pubblico, dialogando, spiegando il perché e il per come dei loro testi, rilasciando interviste, utilizzando Facebook, mostrandosi talvolta nel loro privato e costruendosi una popolarità dal basso, fatta di persone che si sono riconosciute in quella buona musica che mancava, e che completa un bel panorama alternativo italiano che negli ultimi tempi si sta arricchendo di talento. La Tempesta, etichetta discografica che produce il Teatro, pare essere una garanzia, visto che ha sotto di lei artisti come i Tre Allegri Ragazzi Morti (padri fondatori della stessa), Le luci della centrale elettrica, Moltheni, The Zen Circus e tanti altri. 
Hanno aperto il concerto i Luminal, band tendenzialmente rock, che spesso e volentieri ricrea sul palco dei veri e propri happening teatrali, alternando una new wave inglese elettrica al cantautorato italiano, come del resto si alternano ritmicamente le due voci, maschile e femminile, dei due cantanti, che incorniciano il sound di una band particolare di cui sentiremo sicuramente parlare ancora.

Informazioni:
www.ilteatrodegliorrori.com

Serena Savelli