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The Who – Who’s next

Uno degli album più conosciuti del 1971

Quinto album del gruppo britannico The Who pubblicato nel 1971, incastonato tra due opere rock molto ambiziose: “Tommy” e “Quadrophenia”, rispettivamente del 1969 e del 1973. Nove brani compongono questo lavoro, nel quale il chitarrista Pete Townshend è in un irripetibile stato di grazia compositivo; suona chitarra, organo, pianoforte e, spesso, affianca alla voce il cantante Roger Daltrey. Ottima prova del batterista della band, Keith Moon, che con il suo stile furioso e creativo, ci lascia ancor di più l’amaro in bocca per la sua prematura scomparsa. L’album si apre con: “Baba O’ Riley”, consacrato capolavoro dedicato al compositore Terry Riley e al santone indiano Baba. La splendida ballata “Behind Blue Eyes” è caratterizzata dal connubio tra l’iniziale parte acustica e l’esplosione finale con l’incessante rullare di Moon. Altra perla del disco è il lungo manifesto di rivolta “Won’t Get Fooled Again” con un geniale e trascinante lavoro d’organo. Con “My Wife” è la chitarra, con accordi potenti e grezzi, ad essere sugli scudi; mentre “The Song Is Over” inizia malinconicamente per poi incendiarsi grazie alla carica dell’indiavolato Moon. Completano il disco: “Bargain”, “Love Ain’t For Keeping” e “Getting In Tune”. Melodia, originalità, furia e passione circolano in questa opera rock grandiosa, creata da una delle band più influenti della storia. L’energia primitiva, la rabbia verso il sistema e il perbenismo hanno veicolato, con successo, la loro musica verso menti giovani, impaurite dell’età adulta e speranzose di morire prima di invecchiare.

Guido Carnevale

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