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Vasco Rossi: dimissioni respinte!

In 130 mila persone per le due date allo Stadio Olimpico.

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Un Vasco da tutto esaurito quello che è andato in scena allo stadio Olimpico questo primo weekend di luglio: 65 mila biglietti venduti per ciascuna data e uno striscione: “dimissioni respinte”, che più di tutti rispecchia il pensiero dei suoi fedelissimi che l’hanno seguito in questa due giorni rock. Le recenti intenzioni di pensionamento manifestate dal Blasco in un intervista alla RAI in cui dichiarava “ufficialmente conclusa la trentennale attività di rockstar”, hanno fatto allarmare i fan dell’artista di Zocca, ma dopo Milano anche i due concerti romani hanno decisamente reso l’idea che da parte del suo pubblico, questa ipotesi non è contemplata. Due ore e mezza di musica che lo stadio Olimpico ha stravissuto, tanto che per molti la performance del rocker ha rafforzato ancor più la convinzione che l’annuncio non porterà Vasco lontano dai fan e dai concerti, ma aprirà una nuova fase della sua carriera. Come nelle 4 date di giugno al San Siro, anche nelle due tappe romane del tour “Live Kom ‘011”, già da subito sold out, Vasco si è esibito su un palco costituito da una struttura verticale vertiginosa, “tri-amidale” e aperta, alta 52,5 metri, con ai lati tre gru che si muovono a 360° e tirano su, a sorpresa, diversi elementi di scena, mentre una struttura arricchita da diversi schermi LED, in parte semitrasparenti e mobili, creano giochi di luci e immagini cambiando di continuo l’aspetto del palco stesso. Noemi ha fatto da apripista con Vuoto a perdere, poi Vasco, che ha cantato molti dei brani del nuovo album Vivere o niente, e come si legge sul sito dell’artista, anche alcune canzoni che sono assenti dai suoi spettacoli da molti anni come Alibi, Giocala, Non l’hai mica capito, e le canzoni Eh già.., L’aquilone, Vita spericolata. L’artista ha eseguito anche un medley in chiave disco e cantato Gli spari sopra in una spettacolare scenografia di fiamme, e senza mai risparmiarsi come è suo solito in un live, si è concesso alcune pause solo nelle parentesi strumentali, per concludere con Albachiara, la canzone che come da rito ha sempre chiuso i suoi concerti. Per Vasco il palco e gli stadi sembrano essere diventati ambienti del tutto familiari, intimi e un po’ casa sua, del resto se si ha avuto l’occasione di assistere ad uno dei suoi concerti, ci si rende subito conto di questo, e anche se c’è a chi non piace come artista, è innegabile che questi eventi ancora incarnano in pieno lo spirito del vero concerto rock, e dopo oltre vent’anni rappresenta una certezza per gli amanti del genere.

Michela Romoli