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You have a chance – Camelias Garden

Camelias Garden

Storicamente, l’Italia ha sempre vissuto un complesso di inferiorità.

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O meglio, in molti sono convinti che ciò sia vero, che la necessità di essere grandi agli occhi del mondo quando grandi, in fondo, non lo si è veramente mai stati, sia uno dei maggiori difetti del nostro Paese. Che si sia d’accordo o meno con questa affermazione, la necessità di non estenderla anche a ciò che di bello e (potenzialmente) grande viene fuori ogni giorno dall’italico ingegno è abbastanza evidente. Da quando scrivo di musica emergente, ho sempre più paura che questo accada: che tanti, troppi gruppi che dovrebbero ricevere la giusta visibilità siano relegati a semplici meteore di passaggio nel bel più grande firmamento fatto di gruppi storici, artisti sulla cresta dell’onda da diverse decine di anni, e prodotti musicali quanto meno “discutibili” figli della televisione e dei talent (?) show. I Camelias Garden non devono essere meteore. Non ci sto. Non che ne corrano il rischio, vista la bellezza del loro primo album, “You have a chance”, piccolo gioiello che non sfigura affatto accanto agli storici rappresentanti del genere progressive, di cui l’Italia è stata grande esponente in passato. La band romana sforna un disco tanto raffinato nell’esecuzione quanto piacevole all’ascolto: nulla viene lasciato al caso, ogni sonorità e scelta stilistica sono frutto di una sensibilità musicale non banale, di un approccio progressive nell’animo, di chi non vuole strafare ma vuole essere libero di fare ciò che più desidera e con i mezzi che ritiene i più adatti. I Camelias Garden non si limitano a suonare bene, ma vogliono dire qualcosa e lo sanno anche fare straordinariamente: in una parola, emozionano. E questo lo fanno le stelle, non le meteore.

Flavio Talamonti