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Zen Arcade – Husker Dü

Husker Du

La calma prima della tempesta. E la calma dopo.

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In mezzo, “Zen Arcade” degli Husker Dü, gruppo statunitense formatosi alla fine degli anni ’70 che (insieme ad altre formazioni del periodo) ha definito i canoni e dato linfa vitale all’hard-core, genere musicale figlio del punk, caratterizzato da una sempre maggiore rapidità nelle esecuzioni, da un suono sempre più aggressivo, e al passaggio a testi sempre più portati all’introspezione, all’analisi del proprio mondo e più in generale della realtà, non solo alla sua critica, nel tentativo di utilizzare la rabbia e l’aggressività come chiavi di lettura e non esclusivamente come reazione alle storture del mondo. “Zen Arcade”, uscito nel 1984, è uno straordinario concentrato di tutte queste caratteristiche: Bob Mould (chitarra), Grant Hart (batteria) e Greg Norton (basso) riuscirono – e riescono, a distanza di trent’anni – ad arrivare ai più profondi recessi dell’animo umano. Musicalmente parlando, il disco è il frutto di un processo di maturazione artistica, iniziata dalle cover dei Ramones, passando per i primi inediti, scritti secondo le peculiarità dell’hard-core più canonico, fino ad arrivare a quella pietra miliare del genere e della musica tutta che è “Zen Arcade”: l’apertura di “Something I learned today”, vertiginoso sguardo nell’abisso, una potente esplosione di rabbia di fronte allo smarrimento adolescenziale di fronte all’approssimarsi dell’età adulta, è la perfetta dichiarazione degli intenti che muoveranno tutto il resto del disco. Nastri fatti girare al contrario (Dreams recourring), inaspettate ballate dal sapore folk (Never talking to you again), potentissimi capolavori hard-core (Pride): gli Husker Dü vi accompagneranno all’Inferno. Non vi preoccupate, ritornerete. Cambiati nel profondo, ma tornerete.

Flavio Talamonti