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Societa’ Geografica Italiana

L’istituto culturale fondato nel 1867, che da oltre 80 anni ha sede a Palazzetto Mattei in Villa Celimontana.

La Società Geografica Italiana promuove la ricerca scientifica e la diffusione della geografia con studi sul territorio e sull’ambiente e pubblicazioni specifiche, convegni, mostre ed eventi, oltre a tutelare e valorizzare un importante patrimonio di raccolte storiche, attraverso la ricerca, i progetti, la cooperazione internazionale.

Quando nasce la Società Geografica Italiana e qual è il suo impegno?

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“Nasce per trovare uno spazio coloniale all’Italia appena costituita in stato unitario, perché l’Italia unita voleva avere un ruolo internazionale pari alle altre grandi potenze europee – racconta il Presidente Franco Salvatori – Cercava un proprio posizionamento: l’Africa, quella che diventerà poi l’Africa orientale italiana; l’America latina, dove i nostri emigrati avrebbero dovuto trovare spazio soprattutto per le loro attività agricole. Così fino ai primi del ‘900. Poi gradualmente è subentrato anche un impegno interno a far conoscere il nostro territorio, a far conoscere l’Italia agli italiani. La fase è coincisa con l’ultimo dopoguerra, in cui la SGI diventa un ente di conservazione del patrimonio di identità nazionale bibliografico, fotografico, cartografico, archivistico. Con il tempo, gli impegni hanno ripreso consistenza attraverso indagini di carattere scientifico, pubblicazioni, convegni, ai quali si sono aggiunti altri appuntamenti destinati al grande pubblico per affrontare quesiti che ormai sono diventati ineludibili. In questa direzione, l’evento di cui andiamo fieri negli ultimi tempi è il Festival della Letteratura di Viaggio, dove il viaggio diventa il fuoco di un’attività che vede coinvolta non soltanto la geografia in quanto disciplina, ma in quanto sapere, insieme al cinema alla letteratura alla musica”.

Tra gli enti culturali e di ricerca che potrebbero essere privati del contributo statale, per i tagli previsti dalla nuova manovra economica governativa, c’è anche la Società Geografica Italiana e lo stesso insegnamento della geografia nelle scuole superiori è messo in discussione. Infine, da un recente studio di Almalaurea è emerso che Statistica, antropologia e geografia sono le materie che registrano un calo significativo del numero di iscritti all’università. Perché sta accadendo questo?

“Il problema di fondo è che l’economia internazionale è in profonda crisi, ormai da alcuni anni. C’è necessità di fare dei sacrifici, ma il problema è stabilire come. A mio giudizio, sacrificare la cultura significa diminuire i momenti di condivisione, gli stessi che permettono di trovare delle soluzioni. E questo sembra essere l’orientamento del governo attuale – prosegue il Presidente – La geografia dà consapevolezza, insegna a muoversi nello spazio e a saperlo governare. E chi ha deciso di cancellarne l’insegnamento intende non far vedere la gestione disordinata del paese, lo sfascio del paesaggio, la cementificazione delle coste. Tutta una serie di questioni che solo la geografia può mettere in evidenza”.
Nel celebre discorso all’adunanza generale, il primo presidente della Società Geografica Italiana – Cristoforo Negri –  disse: «La nostra Società è nell’istinto del secolo: in quest’età l’uomo nasce viaggiatore: chi non lo può colla persona, viaggia col pensiero, entra i regni remoti, scorre i mari in procella, spazia nelle contrade della state perpetua, e sulle silenti del polo al cozzo paventoso dei ghiacci lontani, vuol conoscere intiero il nostro pianeta e si sdegna che ancora vi siano nel centro d’Asia, nell’Australia, nell’Africa, vaste regioni, la cui configurazione è molto più ignota che non la sia quella del disco lunare».

Ilaria Campodonico