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Giovane è nuovo, Teatro Kopó

sala teatro kopo

Ha dato inizio da poco alla sua seconda stagione e l’identità del Teatro Kopó sembra già chiara

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Una programmazione varia e articolata, con spettacoli molto diversi tra loro dentro e fuori dal cartellone, spazi riservati alla musica, una programmazione parallela per i più piccoli, corsi professionali e seminari per attori e neofiti, e la voglia di offrire un’alternativa valida per quelli che abbiano voglia di andare al teatro. Il motore del Kopó è costituito da un gruppo di giovani che hanno un progetto chiaro di sostegno alle forze artistiche emergenti del nostro paese. Da una sala di 50 posti sbocciata nel quartiere Tuscolano si diffonde l’energia di questo spazio, che con determinazione porta avanti le proprie idee, curando ogni dettaglio anche della propria immagine. È raro infatti trovare teatri che consentano di prenotare un posto per lo spettacolo con Whatsapp o Telegram o che abbiano un’app propria per conoscere la programmazione e le attività. Ma Kopó lo fa, dimostrando di essere un teatro immerso nel suo tempo, che su questo tempo vuole incidere.
Il mese di novembre sarà pieno di appuntamenti. Dal 13 al 16 novembre sarà poi in scena “L’amante”, opera di Pinter del 1962 interpretata da Davide Mancini e Angela Ciaburri con la regia di Massimo Mesciulam. Una vicenda di adulterio conclamato ed esibito ma soprattutto accettato da un marito che trova in questa dinamica perversa il modo per alimentare il suo rapporto con la moglie, fedifraga per necessità. Il 20 novembre Alessandra Deffacis e Anna Fantozzi travolgeranno invece il pubblico con “Voci del varietà”, uno spettacolo incalzante con due attrici e decine di personaggi, che si avvicendano sul palco in un viaggio di andata e ritorno dal repertorio umoristico italiano, trascinando gli spettatori in una cornice da café chantant futurista.
“Un giorno qualsiasi”, scritto e diretto da Giancarlo Moretti e interpretato da Annamaria Ghirardelli e Alberto Caramel, in scena dal 21 al 23 novembre, porta sul palco due genitori senza nome, in attesa del figlio che li preoccupa per la condotta che ha a scuola. L’attesa è l’inizio di uno scavo da cui riemergono, come lanciati da una catapulta, pensieri rinchiusi in una storia di silenzi che portano i due di fronte a una scelta, l’unica possibile: lasciare tutto com’è o cambiare, cambiare davvero?
“Il miles gloriosus ovvero morire di uranio impoverito”, con Orazio Attanasio e Antonello Taurino, che ne è anche autore e regista, è il teatro civile che ride di sé, dismettendo i propri codici, alzando l’asticella del cinismo e del sarcasmo ma senza rinunciare all’indagine del reale, che qui si appunta sull’uranio impoverito delle guerre degli anni ’90 e degli effetti che ha avuto su chi ci è entrato in contatto. La storia viene costruita e ricostruita da due attori, Mimmo e Pasquale, impegnati in una ricerca farsesca di uno spunto narrativo, di qualcosa da raccontare che non sia stato già dato in pasto all’opinione pubblica teatrale.
Tutto realizzato e voluto da giovani, impegnati a dare un volto nuovo al teatro, ad essere quel volto.

Teatro Kopó
Via Vestricio Spurinna,47/49 (Numidio Quadrato)
www.teatrokopo.it
06/45650052

Stefano Cangiano