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IL TEATRO ARVALIA TRA NOVITA’ E SPERIMENTAZIONI

Fino a maggio gli spettacoli. Grossi: mancano aiuti economici.
Il Teatro Arvalia è pronto a lanciare, anche quest’anno, favole, poesie e sperimentazioni artistiche: fino a maggio il Municipio XV offre un programma ricco di qualità e ricerca. Il teatro, situato in via Quirino Majorana 139, nasce nel 2006 come teatro di proprietà del Municipio XV;

la gestione è stata in seguito affidata, tramite bando pubblico, all’Associazione Culturale e Compagnia Teatrale l’Officina Del Teatro con la direzione artistica di Valentina Marcialis. La programmazione è stata da subito diretta alla sperimentazione e alla ricerca diventando un luogo di formazione e perfezionamento di attori, registi e drammaturghi grazie alla collaborazione di maestri di fama internazionale. “Gli spettacoli del Teatro Arvalia hanno successo nonostante le difficoltà di carattere economico: infatti il teatro si autofinanzia grazie ai laboratori e ai corsi, ma non riceve contributi comunali. Siamo stati io e il Presidente Gianni Paris  a far sì che questo spazio fosse tolto alla direzione comunale e affidato alla gestione del Municipio XV; e ne siamo tutt’ora soddisfatti visto che con così pochi aiuti economici riesce a raggiungere risultati sorprendenti” ha affermato Fabrizio Grossi, Assessore delle Politiche Culturali e Sportive del Municipio XV. In effetti sono in molti a stupirsi della qualità della programmazione che in soli due anni ha saputo trasformarsi da teatro di quartiere a palcoscenico della ricerca d’autore e della giovane sperimentazione scenica e registica. Tra le novità assolute, da segnalare è lo spettacolo del 20 e 22 marzo “Desdemona e Otello sono morti” di Roberto Latini; dal 17 al 23 aprile andrà in scena “Mutamenti”, una rassegna di performance, installazioni, video ed esposizioni con la direzione artistica dell’Officina Del Teatro. Infine il 15 e 16 maggio il teatro Arvalia chiuderà la sua programmazione con lo spettacolo “Il mare in tasca” di Cesar Brie che propone l’ipotetico rapporto tra un attore e un prete, già definito emozionante dalla critica milanese proprio perché mette in luce le analogie tra il cattolicesimo e il teatro, tra il fedele e il prete uniti tra loro come lo spettatore e l’attore.

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Arianna Adamo