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Natale in casa Cupiello al Teatro Eliseo: non e’ Natale senza un grande classico

In replica dal 29 novembre al 18 dicembre l’opera di Eduardo che fa del Natale il pretesto per un’analisi spietata sulla famiglia


Un classico del Novecento. Su poche altre opere teatrali si riuscirebbe ad usare con tanta sicurezza una tale definizione ma “Natale in casa Cupiello” non lascia spazio a contrasti e ripensamenti, eternamente scolpita nell’immaginario di un popolo e di una nazione, testo in una lingua verace e autentica che ha saputo parlare al mondo, forma espressiva unica ed unica capacità drammaturgica. A ottant’anni dalla prima messa in scena come atto unico al cinema teatro Kursaal, una delle tante sale secondarie dove si esibivano comici e attori da avanspettacolo, l’opera eduardiana viene affrontata e riproposta in una produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo da Nello Mascia che, oltre a curare la regia, interpreterà la parte di Luca, il padre ostinato e ingenuo attorno a cui si muove una famiglia di cui lui non riesce a riconoscere tensioni più o meno sotterranee e divari generazionali. Con lui sul palco, in uno spettacolo che promette di essere “innovativo”, Benedetta Buccellato, Sergio Basile, Roberto Giordano, Danila Stalteri, Gino Monteleone, Franco Scaldati, Andrea Vellotti, Fiorenza Brogi, Aurora Falcone, Domenico Bravo e Massimo D’Anna. Dalla Sicilia dunque arriva una nuova lettura del “mito” di De Filippo, secondo un canale sempre attivo e proficuo tra le due culture del sud Italia, che nella collaborazione tra Eduardo e Pirandello ha visto il suo apice. Per questo le aspettative per questo nuovo esperimento sono ancora più alte. In un Natale come quello che ci attende, segnato da un momento storico quanto mai incerto nelle sue dinamiche sociali ed economiche, portare l’attenzione su un nucleo familiare, così problematico e così esemplare, significa richiamare alla riflessione, a un momento di calma e di lucidità. Come lucido era lo sguardo di Eduardo che scriveva, lasciando il Natale sullo sfondo, un’evocazione costante che di volta in volta assumeva la funzione di ammonimento nei confronti del figlio minore Tommasino, emblema di quella che poi sarebbe stata definita incomunicabilità tra genitore e figlio, o di esortazione, quando la festività diventava il pretesto per invitare la figlia Ninuccia e il marito Nicolino a prendere parte al pranzo del 25, quello in cui tutta la famiglia si sarebbe ritrovata, forzatamente, unita. Gli occhi di un vecchio padre seguono le traiettorie incomprensibili delle vite dei figli senza comprendere molto, perdendosi, senza trovare conforto nemmeno in una moglie che, come estremo atto d’amore, si fa carico della sofferenza che minaccia la famiglia, tentando di contenere l’emotività dei figli, facendoli desistere dalle loro scelte estreme. Il tentativo, borghese qualcuno direbbe, di evitare il peggio, di rendere palese la disgregazione della famiglia come valore e come realtà concreta, come unità. Lotta ostinata quella dei genitori, che si conclude nell’inconsapevolezza di Luca, che può ricomporre nell’illusione il suo quadro familiare, mentre la realtà dimostra di andare in un’altra direzione.

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Stefano Cangiano


Info:
Natale in casa Cupiello
Dal 29 novembre al 18 dicembre
Teatro Eliseo
http://www.teatroeliseo.it