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Teatro Accento: il suono del vero teatro

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In una realtà dominata da grandi logiche economiche che invadono anche il mondo dell’arte poche volte capita di incontrare cellule come Teatro Accento, un piccolo spazio nato da pochi anni nel cuore del quartiere Testaccio che si è saputo distinguere per una fiducia estrema nei propri mezzi che ha consentito ai soci fondatori di ampliare, col tempo, il proprio ventaglio di interessi pur rinunciando ai finanziamenti pubblici e mantenendosi autonomamente. L’ambiente, una sala con una capienza massima di 62 posti, catapulta all’inizio del ‘900, quando Antoine iniziò la sua rivoluzione culturale tra le pareti di un vano parigino, arredato spartanamente. Un motto che ricorre spesso tra i fondatori è: “Noi facciamo Teatro, se volete aiutarci bene, perché altrimenti lo facciamo lo stesso”.

Tutto vero. Le produzioni sono giovani, affrontano temi di attualità e coinvolgono il pubblico in un continuo interscambio.
Basti pensare a Makkekomico, appuntamento fisso del martedì sera riservato alla comicità “istantanea”. Nel pomeriggio un gruppo di comici si riunisce per approntare uno show e dopo qualche ora ecco che le idee prendono corpo, in una commistione tra progetto e improvvisazione che coinvolge inevitabilmente il pubblico. Con intelligenza e sensibilità allo scherzo si accompagna l’impegno sociale. Infatti al Teatro Accento si lega l’attività di Teatro Civile, progetto specificatamente destinato al lavoro sulle problematiche stringenti della società attuale. Un laboratorio-rassegna teatrale che negli anni ha affrontato temi come il rapporto delle donne con la guerra, il precariato del lavoro, la censura giornalistica, l’emigrazione, la mafia (aggiudicandosi per questo il Premio Borsellino 2009) senza tralasciare l’attività di formazione. Infatti a Teatro Civile fa capo la Scuola nazionale per operatori di teatro sociale, la prima nata in Italia (sono solo due!), che si occupa, attraverso gli strumenti che ne sono peculiari, di far vivere il teatro negli ambienti sociali anche più marginali attraverso collaboratori che abbiano conoscenze culturali, formazione artistica e le competenze necessarie per l’approccio a problematiche come il carcere o gli handicap fisici. Proprio da questa doppia forza del Teatro Accento nasce “39, fame da morire”, spettacolo che andrà in scena dal 20 al 29 Novembre, monologo scritto e interpretato da Shara Guandalini e con la regia di Pascal La Delfa (direttore artistico del teatro). Il tema è l’anoressia, attraverso le vicende di diversi personaggi femminili, si affronta una realtà in ombra come quella dei disturbi alimentari che ad oggi coinvolge ancora tantissimi giovani, si intrecciano le vicende di personaggi, di “vite nelle quali lo struggimento dell’anima viene espresso con il (di)struggimento del corpo”. Uno spettacolo che non vive di tristezza o compassione, ma anzi è accompagnato da un rapporto faccia a faccia con il problema che non esclude l’ironia, uno strumento intelligente per comprendere in profondità il messaggio.

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Teatro Accento
Via Gustavo Bianchi 12/A (Testaccio)
“39, fame da morire”
Dal 20 al 29 Novembre

Stefano Cangiano
Urloweb.com