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Apre i battenti la Nuvola dai tempi e costi record

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È stato inaugurato il Nuovo Centro Congressi, “maggiorenne”, costoso e non aperto al pubblico

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Tratto da Urlo n.140 novembre 2016

L’INAUGURAZIONE – Lo scorso 27 ottobre al Nuovo Centro Congressi c’erano proprio tutti: il Premier Matteo Renzi, il Sindaco Virginia Raggi, il Presidente di Eur Spa Roberto Diacetti e l’Ad Enrico Pazzali, Francesco Rutelli e Walter Veltroni sotto le cui Giunte mosse i primi passi il progetto, e ovviamente Massimiliano Fuksas, l’archistar creatore dell’opera. L’inaugurazione della Nuvola è stata celebrata con una diretta d’oro sulla Rai: un altro milione di euro da aggiungere ai costi esorbitanti che ha avuto l’opera, dai 239 milioni dichiarati da Fuksas ai 467 milioni accertati dal Sottosegretario al Tesoro, Paola de Micheli. Gli ospiti alla serata “vip” ci hanno scherzato su, anche se non c’è nulla da ridere. Il fatto che l’opera sia “maggiorenne” non è di certo edificante per la città di Roma. Ma è probabile che chi vede le cose come stanno realmente non sia il benvenuto (come noi, che non siamo stati né invitati all’inaugurazione né tantomeno alla precedente presentazione alla stampa), o che venga liquidato con fischi ed elegantissimi “ma falla finita”, come è successo alla Raggi durante il suo intervento. L’inaugurazione della Nuvola, insomma, è stata una prova di civiltà da celebrare con una bella diretta nazionale, non c’è che dire. Eh sì, tanto per ricordarci come riusciamo ad essere lieti e gioiosi nel festeggiare una struttura che, nella sua teca di vetro e ferro, non racchiude solo delle linee sinuose e avveniristiche di ciò che dovrebbe ricordare la purezza del cielo in un giorno di maggio, ma contenga soprattutto uno spreco di denaro pubblico, un cantiere che è durato anni e una grande incertezza per il futuro. E meno male che qualcuno, durante quella serata, ha avuto la coscienza di ricordarlo, altro che fischi. 

TEMPI E COSTI RECORD – Sono passati 18 anni da quando fu emesso il bando che ha portato alla nascita del Nuovo Centro Congressi di Roma. La prima pietra venne posata nel 2007, quasi 10 anni fa, quando era Sindaco Veltroni. Da lì gli stop sono stati innumerevoli, le problematiche e le polemiche affrontate sono passate dalla parcella di Fuksas alla mancanza di soldi per sostenere le varianti al progetto, dal Governo che nel 2013 ha stanziato con la Legge di Stabilità altri 100 milioni da restituire in 30 anni, alla vendita da parte di Eur Spa di alcuni immobili storici, alla cifra di 297,5 milioni, per andare a completare l’opera, fino alla mancata messa a reddito dell’albergo Lama che avrebbe dovuto contribuire a coprire i costi della Nuvola e che, negli anni, ha perso valore e appeal. E alla “fine della fiera”, per di più, non vi è certezza sull’entità dello spreco di denaro pubblico denunciato dalla Raggi, dato che gli importi rivendicati dai diversi attori sono molto differenti tra di loro (a ballare sono circa 228 milioni di euro!).

L’INTERVENTO DEL SINDACO – Alla luce dei fatti è difficile, quindi, non ripensare al passato. Ed è su questo che si è basato l’intervento di Virginia Raggi. “Eccezionale e imponente, questo ho pensato quando sono entrata qui – ha dichiarato – Questa è un’opera architettonica straordinaria e ciò che è bello va riconosciuto. È la risposta a tutti quelli che immaginano che Roma e i romani non sappiano più meravigliare: sì, lo sappiamo fare”. E dopo aver riconosciuto i meriti di avere nella Capitale un Nuovo Centro Congressi, che può essere una spinta verso il futuro (nonostante l’Eur fosse già dotato di un Palazzo dei Congressi che di certo non viene usato a pieno regime), ha continuato ricordando i lunghi tempi di realizzazione: “Questa è una vittoria che non deve farci dimenticati quelli che sono stati i grandi errori del passato, non dobbiamo far finta di nulla. Molti anni e costi lievitati oltre ogni ragionevole immaginazione”. E a chi ha indelicatamente iniziato a inveire, con un comportamento che più che da gran galà era da trattoria romanesca di bassa lega, la Raggi ha risposto: “Ognuno può pensare ciò che vuole, ma i numeri restano numeri”, e dopo aver ancora una volta riconosciuto i meriti e le potenzialità dell’opera ha chiosato: “Quando si parla di denaro pubblico dobbiamo essere sempre molto attenti perché sono soldi di tutti noi. E credo che le amministrazioni lo debbano considerare la cosa più preziosa che c’è, impegnandosi per evitare qualunque tipo di sperpero, con una gestione oculata che lanci quest’opera nel panorama mondiale. Bisogna valorizzare questo capolavoro ricordando qualche errore, perché ciò ci permetterà di fare passi più sicuri verso un futuro che tutti immaginiamo splendido”.

APERTA O CHIUSA AL PUBBLICO? – A quanto pare, per il momento, il Nuovo Centro Congressi non è ancora pronto per accogliere i cittadini di Roma e di certo non sarà visitabile come l’Auditorium o un polo museale. Il Presidente di Eur Spa, ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha precisato: “Stiamo creando le condizioni perché tutti i cittadini romani e i turisti lo visitino. A breve annunceremo delle iniziative, la nostra idea è di fare degli open days”. Diacetti ha dichiarato, inoltre, che essendo un centro congressi “non è immaginabile che sia aperto tutti i giorni, non è un museo” e che per la fine del mese si studierà un piano per permettere la visita al pubblico perché “stiamo trovando le modalità, in termini di sicurezza, vigilanza, accoglienza. Non possiamo farlo in due o tre giorni” ha concluso il Presidente di Eur Spa. Nell’aspirazione di essere allo stesso livello delle grandi Capitali mondiali, infatti, queste cose si sarebbero dovute preventivare prima. E il tempo di certo non è mancato.

UN’INAUGURAZIONE A METÀ – Andrea De Priamo, Consigliere comunale Fdi, ha evidenziato come l’inaugurazione della Nuvola “è stata forzata, strumentale e propagandistica, in quanto evidentemente la struttura è priva dei minimi requisiti di infrastrutture in termini di parcheggi, opere di viabilità e potenziamento del trasporto pubblico che nelle delibere istitutive erano invece previste”. Il Consigliere pone l’accento su un punto importante e che troppo spesso si dimentica. Se si inaugura una nuova struttura che porterà persone, che sia il Luneur, le Torri Tim, l’Acquario o, appunto, il Nuovo Centro Congressi, è necessario preventivare (con largo anticipo) tutti gli interventi necessari a rendere il quartiere vivibile. Certo, ci sono i 600 parcheggi sotto la Nuvola, ma basteranno? Facciamo due calcoli: la Nuvola ha una capienza di 8mila posti. In un momento di “sold out”, quindi, la soluzione è solo quella di sperare che meno del 10% dei congressisti arrivi in auto. De Priamo, poi, è tornato sull’accessibilità del Centro Congressi da parte dei cittadini: “L’inaugurazione è stata un’offerta agli investitori perché la Nuvola di fatto non è operativa e non lo sarà per lungo tempo. Il primo evento è previsto per il 2018 e non è prevista alcuna presenza costante dei cittadini”. Si sarebbero potuti organizzare tour, iniziative, sfruttare gli spazi in modo che chi ha subìto il cantiere per anni potesse apprezzarne il risultato. Ma stiamo parlando di un centro congressi, non di un museo. Ci proietteremo con la Nuvola nel prestigio del turismo congressuale, con le buche sulle strade, il traffico mortificante, i mezzi pubblici fatiscenti, i cantieri ancora aperti. Ma che importa, la Nuvola è realtà. Un ottimo biglietto da visita, non c’è che dire.

Serena Savelli