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Aprira’ a Spinaceto un Emporio della Solidarieta’ in via Carlo Avolio

Accesso attraverso un sistema di card ricaricabili con limite di tempo

Lo scorso 17 dicembre si è tenuta nei locali della ex scuola Mameli di Carlo Avorio 60 un’importante inaugurazione. Alla presenza del Sindaco Gianni Alemanno, del Direttore della Caritas Romana Monsignor Feroci, e del Presidente del Municipio XII Pasquale Calzetta, si è celebrata, più che l’apertura, la promessa di rendere operativo a Spinaceto il secondo Emporio della Solidarietà. Il primo, circa 3 anni fa, è stato realizzato all’interno della Cittadella della carità Santa Giacinta a Ponte Casilino, nell’area antistante il Circolo degli Artisti. Ne sono seguiti altri a macchia di leopardo un po’ in tutta Italia. Ne abbiamo parlato con Don Paolo Gessaga, attivo parroco di San Benedetto e coordinatore del progetto complessivo: “L’Emporio della solidarietà vuole essere un centro di distribuzione, parificabile ad un supermercato, all’interno del quale le famiglie con difficoltà economiche possano trovare prodotti indispensabili per una vita domestica normale”. La famiglia è quindi il soggetto verso cui sono indirizzati gli sforzi di questa iniziativa. Si parte dalla considerazione che nelle grandi città, ma non soltanto in esse, il potere d’acquisto abbia subito un forte ridimensionamento negli ultimi anni, che lo espone a pericolosi fattori di rischio. “Per una famiglia di 4 persone – ci spiega il parroco –  ormai 1400-1500 euro al mese rischiano di non bastare più. È sufficiente una spesa imprevista, causata da una condizione di malattia, da un mancato rinnovo contrattuale o più banalmente dalla rottura di un elettrodomestico, per far entrare in fascia debole il nucleo famigliare”. E qui l’Emporio della Solidarietà entra in gioco tentando di costituire un argine, in maniera tale da impedire che la difficoltà debordi nell’indigenza. Il modello operativo cui attenersi per assolvere a questa funzione si è sviluppato nel corso del tempo. Forti dell’esperienza triennale di Ponte Casilino si è compreso, al di là delle buone intenzioni, quanto sia importante individuare con attenzione un insieme di prodotti che consentano la soddisfazione della famiglia ed al contempo la durata del progetto. “Inizialmente abbiamo tentato di coprire oltre al fabbisogno alimentare, anche quello dell’abbigliamento, elaborando un paniere piuttosto ampio. Ma ci siamo resi conto che così facendo si rischiava di mettere a repentaglio l’intero progetto. Per cui abbiamo deciso di ridurre l’offerta a quei prodotti che riusciamo a raggiungere attraverso tre canali: la beneficenza diretta di alcune aziende; le raccolte alimentari che facciamo quattro volte all’anno; la divina provvidenza, ovvero quella serie di prodotti non previsti che le persone e le aziende ci donano”. Una scelta oculata dunque, che consente al progetto dell’Emporio di durare e di estendersi, per raggiungere il numero più ampio di famiglie, attualmente sono circa un migliaio quelle che ne beneficiano, e per diffondersi anche sul territorio. “Vorremmo cominciare ad aprire tante piccole botteghe e in questa prospettiva quella di Spinaceto ha una sua importanza. Sarebbe la prima ad avere il carattere del puro volontariato” continua il parroco. Ma perché un Emporio funzioni bene è necessario che si rispettino 3 condizioni: la collaborazione sul posto e per questo le parrocchie sono l’ideale. Una struttura adeguata. Il bisogno reale di quel luogo. E secondo Don Gessaga, Spinaceto soddisfa tutte e tre le condizioni. Le 6 parrocchie del municipio che si sono attivate stanno mettendo a disposizione un gruppo nutrito di volontari, l’edificio ha ottenuto le piccole migliorie che erano state richieste ed il bisogno del quartiere, e più in generale di vaste aree nel municipio è, evidentemente, già noto. “Ora, individuato il bisogno, trovate le risorse e costruita la struttura, l’Emporio può essere messo in vita”. Ma il merito va giustamente ripartito. E così, se è vero che nessun Emporio si muove indipendentemente da una rete realizzata dalla Caritas Diocesana, composta da 54 punti SMA “da cui attingere la maggioranza delle risorse alimentari, già in buona parte accantonate anche per Spinaceto” è altrettanto doveroso riportare le ulteriori dichiarazioni del coordinatore del progetto, quando ammette che “se non avessimo avuto questa collaborazione molto bella, anche sotto il profilo dell’amicizia, della vicinanza, con Calzetta ed i suoi collaboratori, molto probabilmente non avremmo potuto realizzare questo Emporio”.
D’altra parte lo stesso Presidente del XII Municipio, che già da tempo si era speso per la realizzazione di questo progetto, ha dimostrato di essere perfettamente in sintonia con lo spirito che lo anima: “Daremo delle Card, in accordo con le parrocchie, cui saranno attribuiti dei crediti che verranno mensilmente ricaricati. Ma per un arco temporale ristretto, di 3 mesi. Poi si procederà ad una valutazione”.  L’obiettivo rimane quello di “raggiungere, un numero consistente di famiglie, dell’ordine inizialmente di 40/50 unità con un paniere fatto di 7 prodotti alimentari di prima necessità. Questo perché – prosegue il presidente Calzetta – noi pensiamo che anche su iniziative del genere si misuri la capacità del Municipio di realizzare opere di solidarietà, che non abbiano il carattere di una mero assistenzialismo, ma che al contrario si caratterizzino per la possibilità di aiutare, in maniera mirata e sussidiaria, persone, famiglie in momenti di difficoltà. Per noi questa operazione è utile anche al fine di realizzare una sorta di scrematura tra le richieste di ausilio che ci raggiungono, la maggior parte delle quali sono richieste di denaro.” Eseguiti i lavori di ristrutturazione interna dei servizi igienici, la realizzazione di un piccolo ufficio e la messa in sicurezza delle vetrate attraverso delle inferriate, la struttura è pronta. “Stiamo provvedendo ad immagazzinare le scorte alimentari, ma anche questa operazione è quasi conclusa. Abbiamo fatto un’inaugurazione il 17 col Sindaco, ma vorremmo poter partire già alla fine del mese di gennaio” ammette Calzetta, tradendo il desiderio di cominciare subito. Ma anche per don Gessaga i tempi sono maturi: “Volevamo utilizzare il mese di gennaio per dare una formazione minima agli operatori che si confronteranno con l’Emporio e poi per gli inizi di febbraio entrare a pieno regime. Le 6 parrocchie danno vita al progetto hanno già individuato le persone da inviarci. Anzi, in questo momento c’è una grande attesa” per questo progetto che, secondo il parroco di San Benedetto, rappresenta il futuro. “Non si tratta più di dare soltanto il pacco viveri al povero che bussa. Quello cui vorremmo arrivare noi è la presa in carico della persona in un modo qualificato. Passando per i Centri di Ascolto e per un sistema integrato, su cui stiamo lavorando. Il futuro è questo. l’Emporio, se si ragiona così, è uno strumento”. E se la Chiesa prova, non tradendo la sua missione, a modernizzarsi, non possiamo che esserne soddisfatti. Aspettando il futuro. Che nel presente, però, passa  inevitabilmente per l’apertura dell’Emporio di Via Carlo Avolio. 

Fabio Grilli

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