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Controllo del vicinato, dalle periferie il nuovo “sistema di sicurezza”

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Una riscoperta del senso civico affiancata alla collaborazione con le Forze dell’Ordine e alle nuove tecnologie

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Tratto da Urlo n.122 febbraio 2015

MUNICIPIO IX – Non si tratta di “ronde di quartiere” o di “guerrieri della notte”. Questo è bene sottolinearlo immediatamente, come hanno fatto tutte le persone interessate all’argomento. “Si tratta di un sodalizio tra cittadini per fare osservazione e inviare segnalazioni alle forze dell’ordine – spiega il criminologo Francesco Caccetta – Sono bandite ronde e interventi diretti, perché un testimone qualificato è meglio di una vittima. Anche se ci si ritrova in gruppo, mai prendere iniziative rischiose”. Il “Controllo del vicinato” è l’esperimento cui hanno deciso di aderire molti comitati e associazioni di cittadini delle fasce più periferiche del Municipio IX. Luoghi nei quali, a causa della conformazione urbanistica o dell’isolamento, si stano verificando sempre più casi di intrusioni domestiche, piccoli furti e qualche rapina ai danni dei pochi esercenti del territorio. Il Controllo del vicinato, o meglio il Neighbourhood Watch, nasce tra gli anni ’60 e ’70 negli USA, e viene adottato da decenni in molte città americane ed europee, con circa 10 milioni di aderenti. “Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alla propria abitazione – si legge nel progetto – Questa attività è segnalata tramite la collocazione di appositi cartelli. Lo scopo è quello di comunicare a chiunque transiti nell’area che la sua presenza non passerà inosservata”. Un deterrente per chi volesse compiere tutti quei piccoli reati che minano la sicurezza di un quartiere. “Il senso di vicinanza, unito alla certezza che al suono di un allarme, a un’invocazione di aiuto o di fronte a qualunque altra situazione anomala ci sia un tempestivo intervento del vicinato, fa sì che ci si senta maggiormente protetti all’interno della propria abitazione e della propria area, rafforzando nel contempo i legami all’interno di una comunità diventata più unita e consapevole”.
Tra i primi ad aderire sono stati i cittadini del Comitato Cinque Colline, che raggruppa i Cdq che insistono sulla Laurentina da Trigoria fino al confine con Pomezia. “In zona subiamo un vero e proprio assalto – ci racconta Stefano Leprini del Comitato – non passa giorno senza tentativo di furto. Le forze dell’ordine hanno mezzi limitati, così ci siamo documentati e siamo rimasti colpiti dall’alto contenuto sociale di questo sistema e dalla possibilità di riportare i cittadini a fare quello che richiede il senso civico”. Un sistema altamente organizzato, che nel caso romano si sta avvalendo di una chat di Whatsapp dedicata alla condivisione di informazioni su quanto sta avvenendo nel quartiere, per mettere assieme tutti gli elementi utili a segnalare un comportamento anomalo o un crimine agli organi di Polizia: “Arriviamo a questo con un percorso di formazione che vuole raggiungere tutti i cittadini – seguita Leprini – Abbiamo programmato una serie di incontri da ripetere ogni due mesi per far ricevere a tutti i cittadini le informazioni sul metodo”. Partecipare al sistema, per i cittadini residenti in queste zone, è molto semplice. Contattando il loro CdQ potranno aderire formalmente all’Associazione Controllo del Vicinato e il coordinatore di zona consegnerà loro un vademecum con tutti i consigli sulla sicurezza: “Ad esempio viene spiegato cosa sono gli elementi da osservare per fare delle segnalazioni qualificate. Tra queste – seguita – il tipo e la marca di un mezzo, l’altezza di una persona sospetta, così come il colore dei suoi vestiti o dei capelli”. Dopo le tante vessazioni, i furti e il crescente senso di insicurezza, il Comitato Cinque Colline ha voluto porre l’adesione al Controllo del vicinato come primo punto di un progetto in tre fasi sulla sicurezza. All’avvio di questo sistema e al rinnovato senso civico che dovrebbe stimolare, seguirà un’azione tecnologica, con l’acquisto in massa di sistemi d’allarme. “In questo modo – seguita Leprini – si potranno abbattere i costi d’acquisto e d’installazione”. Inoltre i cittadini stanno anche valutando il dotarsi di una vigilanza qualificata per la zona.
Una situazione simile è stata vissuta anche dai cittadini del quadrante di Falcognana, per i quali la sensazione di insicurezza sembra essere palpabile: “Siamo una periferia abbandonata a se stessa – ci dice Fabio Ferranti del Cdq – Dal punto di vista della sicurezza viviamo tutti i giorni dei piccoli furti e delle rapine in negozi e supermercati. L’unica possibilità è quella di prendere in mano la situazione. Per portare avanti il Controllo del vicinato serve molto impegno e comunicazione, per questo abbiamo attivato incontri con i cittadini e i Carabinieri”. Nel quartiere di Falcognana, ci spiegano dal Comitato, nonostante i fatti criminali siano all’ordine del giorno “c’è una bassissima percentuale di denunce, anche in questo bisogna sensibilizzare – aggiunge Ferranti – Certo non è facile, soprattutto quando durante le stesse riunioni dobbiamo scontrarci con la necessità dei cittadini di rientrare a casa prima di sera, per paura di subire dei furti”. Tra gli animatori del progetto c’è anche il Consigliere municipale Massimiliano de Juliis, nonostante la politica in questo caso abbia poco a che fare con l’iniziativa della cittadinanza: “È un sistema che si basa sui rapporti tra le persone – seguita De Juliis – se suona un allarme o abbaia il cane del vicino generalmente si rimane indifferenti, mentre adesso con questa sensibilizzazione la gente si affaccia”. È importante capire che in un territorio come l’estrema periferia della Capitale, con un’edilizia molto simile ad un piccolo centro abitato, è più facile portare avanti questa iniziativa: “Nonostante questo – aggiunge De Juliis – anche a Fonte Laurentina si sta cercando di organizzare il Controllo del Vicinato, potrebbero esserci maggiori difficoltà vista la conformazione del quartiere, ma certamente sarà un esperimento importante”. Purtroppo sarà difficile verificare sul breve periodo quanto questo tipo di “vigilanza” gioverà alla situazione della sicurezza su questi territori. Certo è che la decisione di prendere attivamente parte al controllo del territorio è un’iniziativa importante e che la dice lunga sulla sensazione di sicurezza che i cittadini delle periferie romane stanno vivendo.

Leonardo Mancini