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EUR: l’incubo dei cantieri non finisce mai

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Tra progetti del passato e propositi per il futuro, l’Eur rimane legato ai suoi cantieri

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Tratto da Urlo n.114 aprile 2014

EUR – L’epoca dei cantieri, nel prestigioso Pentagono dell’Eur, sembra non finire più. Dalle ex Torri delle Finanze, all’Acquario, dal Velodromo al Luneur, la sensazione che si ricava passeggiando per il quartiere è di mestizia. Abbandono e degrado trasudano dalle opere incompiute. La più nota è indubbiamente la Nuvola di Fuksas. Per l’impegno economico sostenuto (250 mln di euro) e per quello che ancora dovrà essere affrontato (100 mln), il Centro Congressi è l’esempio di “grande incompiuta” che più spesso finisce nel tritacarne mediatico. Ma nella percezione comune la situazione dei vari cantieri non si discosta poi molto l’una dall’altra. “La vicenda della Nuvola di Fuksas è cominciata nel 2003 – ricorda il Presidente del Consiglio di Quartiere Andrea De Bernardinis – quindi da oltre dieci anni. Ma non è l’unico caso che abbiamo. Prendiamo l’ex Velodromo: saranno passati già 5 o 6 anni dall’implosione – avvenuta nel luglio 2008, ndr – e tra una proposta d’un centro benessere e l’intenzione di una forte speculazione immobiliare, è rimasto tutto com’è. Per non parlare della grandissima grana del Luneur, vicenda annosa che ha fatto finire sul lastrico 150 operatori che vi lavoravano”. Tante opere non terminate dunque, nonostante la presenza di un soggetto che non ha eguali nel panorama cittadino. Una sorta di garante, almeno nella percezione di molti cittadini, sul patrimonio del Pentagono: Eur Spa. “Ad un certo punto le autorità pubbliche – ricorda De Bernardinis – hanno avuto necessità di fare una società di diritto privato per gestire attività o beni. Immagino lo abbiano fatto per acquisire snellezza ed efficienza. Ora però bisogna prendere atto che gli obiettivi della società di diritto privato sono miseramente falliti su tutti i fronti e non sembra ci sia una cosa andata per il verso giusto”. E d’altra parte il degrado del quartiere è sotto gli occhi di tutti. Anche se, prima di addebitare incautamente delle responsabilità, è bene ricostruire le vicende. Sulla Nuvola, ricorda l’ex Vicepresidente Pdl del Consiglio municipale Marco Cacciotti, “il Governo nazionale ha assicurato, con la legge di stabilità, il completamento del nuovo Centro Congressi attraverso l’erogazione d’un prestito. Questo consentirà di completare un’opera che rischiava di restare incompiuta, ma parallelamente va assolutamente risolta la questione Torri ex Finanze, richiamando la proprietà ad assumersi degli impegni. Il nuovo Centro Congressi può rappresentare una importante risorsa per la città ma non può presentarsi, in un contesto come l’attuale, con la presenza d’un edificio, quello delle Torri ex Finanze, in stile Beirut”. Serve liquidità, ma serve anche iniziativa. “Perché non aprire ad un concorso di idee, che coinvolga giovani architetti e non le strapagate ‘archistar’ di veltroniana memoria, per dare un futuro a questo immobile valorizzando energie giovani e capaci di proporre soluzioni nuove?”, lancia la proposta Cacciotti. E d’altra parte simili perplessità sul contesto ove andrà ad inserirsi l’opera di Fuksas, le ha esternate lo stesso Presidente di Eur Spa ai microfoni di Radio Roma Capitale. “Vendere o affittare un albergo il cui affaccio è su ‘Beirut’, non si può proprio fare”, ha riconosciuto Borghini parlando della “lama”. Ed invece, proprio sulle Torri, il Presidente di Eur Spa ha dichiarato che vi sarebbero “imprenditori che tengono bloccata la vicenda”. Un peccato perché, apprendiamo sempre nella stessa intervista, “sarebbero tanti interessati a prendersi quei 53mila metri quadri (riferiti alle Torri, nda). Il problema è che se non si mettono a posto, la situazione rimane in stallo”. E lo stallo è sinonimo di degrado. “La Nuvola e le Torri rappresentano solo in parte lo scempio che è stato perpetrato all’Eur e lo sperpero delle risorse pubbliche – commenta il Capogruppo del M5S nel Municipio IX, Giuseppe Mannarà – A questi due esempi dovremmo aggiungere almeno un’altra decina di casi emblematici di pessima gestione e d’assenza assoluta d’un programma, di una visione d’insieme del progetto Eur. Dovremmo inserire in quest’elenco il limitrofo museo del Mediterraneo, lo smembramento ed abbandono del centro sportivo delle Tre Fontane, il corridoio della mobilità”. E continua: “La Nuvola, avveniristico centro congressi che avrebbe dovuto portare vanto e lustro non solo al quartiere, ma alla città intera, ha invece causato un’emorragia di pubblico denaro senza che se ne veda la conclusione. È come partecipare ad una corsa dove il traguardo viene sempre spostato più avanti”. A pochi metri poi vi sono “le Torri ex Finanze – prosegue il Capogruppo del M5S – che si era deciso distrarre da un uso pubblico per una destinazione. Ora vediamo quegli edifici ridotti a scheletri che ricordano scene di guerra, con palazzi che mostrano la loro struttura portante e macerie sparse su residui di pavimentazioni. La Nuvola non riesce ad essere ultimata ‘per mancanza di fondi’ ulteriori da gettare in questo pozzo senza fondo. I fondi però potrebbero trovarsi se si riuscisse a vendere il maestoso albergo ‘la lama’ inserito proprio tra le macerie delle Torri ed il cantiere della Nuvola. Il motivo per cui l’albergo non ha acquirenti sono le condizioni delle Torri stesse”. Albergo, Centro congressi, Torri delle Finanze. Ma anche tutte le altre opere non compiute, siano esse di natura urbanistica che trasportistica, hanno trasformato l’Eur in un grande, interminabile cantiere. “Le opere del Pentagono rappresentano, per le condizioni in cui si trovano, una ferita per il territorio che vogliamo sanare – riconosce l’Assessore municipale all’Urbanistica, Simona Testa – Una ferita frutto di molteplici responsabilità pregresse che attraversano tempi ed amministrazioni che non hanno saputo dare continuità o imprimere una svolta alla definizione di una progettualità così importante come quella che interessa il quadrante dell’Eur. Ma continuare a parlare dell’iter politico-amministrativo, delle complesse operazioni economico-finanziarie compiute, dei fondi pubblici usati per il compimento delle stesse – obietta l’Assessore – non apporterebbe alcun contributo concreto: il completamento delle opere è un obiettivo rispetto al quale l’impegno del Municipio è e deve essere forte e concreto, assumendo rilevanza maggiore il controllo che l’amministrazione deve riservarsi nel garantire tempi certi di realizzazione e rispetto delle somme impiegate”. Sul crinale del maggiore decentramento, che l’Assessore Testa sembra chiedere, s’inserisce anche l’Assessore al Patrimonio del Municipio IX, Alessio Stazi: “È chiaro che noi dobbiamo rafforzare il rapporto riguardo alla competenze reciproche del Municipio con una realtà come Eur Spa che ha la missione di tutelare e sviluppare il patrimonio immobiliare. Il rapporto deve essere stretto. In campagna elettorale abbiamo detto che vogliamo uscire dalla stagione dei cantieri con l’idea di un’amministrazione più forte”. Le idee non mancano. Per abbandonare il clima di mestizia e abbandono che si respira spostandosi da un cantiere all’altro, serve un po’ di innovazione. Ben vengano le nuove tecnologie allora: “Vorremmo trasformare l’Eur in un modello di Smart city – continua Stazi – Pensiamo di trasformare i parchi rendendoli ‘intelligenti’, con una migliore illuminazione, con il wi-fi, con le paline degli autobus su cui scorrano le scritte dei tempi di percorrenza a led. Noi chiediamo più decentramento, in un rapporto costruttivo, nei limiti dei ruoli. Ci piacerebbe essere promotori di un laboratorio sul quartiere”. La sfida è interessante. Ma necessita della disponibilità di una pluralità d’attori. Per ora rimangono i cantieri a segnare il passato ed il presente dell’Eur. Per il futuro, si accettano suggerimenti.

Fabio Grilli