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Giuliano-Dalmata: Il marciapiede dissestato compie tre anni e i cittadini organizzano la ‘Festa delle transenne’

I Sindaci delle buche festeggiano il transennamento del marciapiede di viale Sinigaglia

L’INIZIATIVA – Nella serata di ieri i cittadini del quartiere Giuliano-Dalmata nel Municipio IX hanno partecipato alla ‘festa delle transenne’. Alle 19 si sono dati appuntamento lungo il marciapiede di Viale Sinigaglia per festeggiare il terzo compleanno (tre anni ormai!) delle transenne che delimitano l’area.

IL TERZO COMPLEANNO DELLE TRANSENNE – Con l’occasione hanno offerto una fetta di torta e un bicchiere di prosecco ai partecipanti per brindare tutti assieme. Ad organizzare l’appuntamento è stata l’Associazione Gentes, che sottolinea il carattere ironico dell’iniziativa, “portata avanti per sottolineare la lentezza con la quale la Pubblica Amministrazione (di ogni colore politico) ripara le buche su strade e marciapiedi – spiega Giorgio Marsan dell’Associazione – Il suddetto marciapiede è per noi simbolico, sia perché segnalammo le buche circa 10 anni fa (e le transenne sono lì da 3 anni), sia perché è posto in un punto che è molto frequentato soprattutto dagli anziani (e molti sono caduti). Ovviamente vi sono innumerevoli altre buche, ma queste le rappresentano tutte”.

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I SINDACI DELLE BUCHE – La festa ha avuto grosso successo e tutti i partecipanti si sono detti felici di indossare per una sera la ‘fascia bicolore’ (il nastro bianco e rosso dei lavori stradali) da ‘sindaci delle buche’. “Non è mancata la torta, lo spumante, ed una estemporanea Traviata cantata dal tenore Semeraro. Il tutto – ci raccontano – organizzato dall’associazione Gentes del Quartiere Giuliano Dalmata per ironizzare sui tre anni del marciapiede transennato di Viale Sinigaglia accanto alla Parrocchia di San Marco, nella speranza che le istituzioni finalmente si muovano. Ha condiviso l’iniziativa anche il parroco don Giulio – concludono dall’Associazione – preoccupato per tutti gli anziani che rischiano continue cadute tutte le volta che si recano in chiesa”.

Leonardo Mancini