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Gli orti urbani di Casal Brunori diventano realtà

Prevista per il 30 settembre l’inaugurazione di un’opera fortemente voluta dai cittadini

Tratto da Urlo n.149 settembre 2017

CASAL BRUNORI – Il progetto degli orti urbani di Casal Brunori è finalmente realtà e l’inaugurazione è vicina, fissata per il 30 settembre. Un’opera, questa, molto attesa dai cittadini, che vide le prime vicende burocratiche nel 2015 e venne portata avanti con successo dall’associazione Vivere In (esistente, in realtà, dal 2006), vincitrice del bando di gara relativo alla gestione degli spazi. Nonostante il progetto degli orti urbani fosse nell’aria da parecchi anni, si riuscì a dargli forma solo grazie all’intercettazione di fondi europei. Si arriva così, dopo non pochi problemi, ad oggi, con gran parte dell’area già operativa e in cantiere le prime operazioni che porteranno parte della zona a divenire un parco pubblico attrezzato.

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LA STORIA – Gli orti urbani di Casal Brunori, come dicevamo, nascondo grazie a dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea, a cui si è aggiunto il contributo economico fornito dai cittadini e un 10% del Comune di Roma. Il bando vinto dall’associazione Vivere In è di 6 anni rinnovabili, e allo scadere del 12esimo si effettuerà un altro bando di gara per l’assegnazione. Il progetto con cui parteciparono alla gara verrà addirittura presentato, tra altre 90 iniziative di prestigio, al Festival delle città di Tallin, che si svolgerà dal 3 al 5 ottobre, evento realizzato nell’ambito del programma UE “Urbact”. L’iniziativa europea che ha portato alla realizzazione degli orti, in realtà, non ha coinvolto solo la città di Roma ma anche Barcellona, Al-Balqa in Giordania e Madia in Tunisia.

DECORO E SOCIALE – Gran parte dei meriti del buon esito di questa storia è sicuramente dei cittadini, che negli anni hanno perseguito un progetto comune con meticolosità e passione. Perché questi orti, come dichiarato dal Presidente di Vivere In, Filippo Cioffi, “non sono il fine ultimo, ma lo strumento per riconquistare il territorio e valorizzarlo. Essi, anche se di gestione individuale, permettono alle persone di condividere un’idea comune e l’uso degli spazi consente di riqualificare il quartiere”. Grazie alla presenza di questa attività, infatti, si è già registrata la scomparsa di fenomeni di prostituzione, ad esempio, oltre all’evidente sistemazione della zona, prima ospitante una discarica a cielo aperto che gli stessi cittadini hanno bonificato. “Per velocizzare una burocrazia troppo lenta – ha continuato Cioffi – provvedemmo noi stessi a portare via i frigoriferi abbandonati e a far fare le analisi dei terreni, due fattori indispensabili per poter far partire gli orti”. E poi c’è stato tutto un percorso di bonifica della terra, con ruspe e 8 camion di letame di cavallo, e man mano la costituzione e la delimitazione di questi appezzamenti, 107 in totale, 96 da 36 mq e 11 da 48 mq, attualmente già assegnati e operativi. L’assegnazione viene regolamentata grazie a una delibera comunale, la n. 38 del 2015, che sancisce alcuni criteri per chi fa domanda basati sulla territorialità, la condizione sociale e la disponibilità di lavorare all’interno degli appezzamenti per garantirne la gestione. “Abbiamo una lunga lista di attesa e ogni giorno nuove persone si iscrivono. Le domande servono per compilare, successivamente, una graduatoria. C’è comunque turn-over, perché molte persone fanno richiesta e poi, magari, rinunciano”. A Casal Brunori si pianta di tutto, l’importante è che si seguano i criteri del biologico e della naturalità. I prodotti sono per uso personale e, da questo mese, una parte viene destinata alla Caritas parrocchiale di Spinaceto, per le famiglie bisognose. All’interno degli orti, inoltre, alcune scuole hanno preso in gestione degli appezzamenti per farne uno strumento didattico e due associazioni che si occupano di disabilità utilizzano la vita agreste per favorire l’integrazione dei loro assistiti. Questi sono ottimi esempi di una gestione educativa e sociale degli orti urbani che, in questo modo, riescono ad esprimere tutte le loro potenzialità.

MERITI CONDIVISI – I cittadini, quindi, con la loro tenacia, sono stati fondamentali per la buona riuscita del progetto. “Ogni amministrazione ha avuto i suoi meriti. Ognuno ha fatto un pezzettino per arrivare al risultato di oggi”, ha continuato Cioffi, ricordando che l’odierno governo municipale ha avuto il merito di “aver chiesto una proroga del progetto che è stata determinante”. Dalla pagina Facebook del M5S municipale, infatti, si canta vittoria: “In meno di 6 mesi il IX Municipio ha riportato a buon fine la procedura lasciata incompleta dalla precedente amministrazione, recuperando un finanziamento europeo di oltre 130mila euro che rischiava di essere perso. Tutto si è svolto in piena legalità e trasparenza”. Ma il lavoro è durato anni e la costanza di più soggetti ha portato a poter festeggiare una vittoria: “Questo è un sogno divenuto realtà – ha dichiarato Alessandro Lepidini, Consigliere Pd al Municipio IX – grazie alla forte determinazione di una comunità che ha saputo trasformare un’area in abbandono in un luogo di aggregazione, facendone uno spazio di comunità e quindi di socializzazione”. Quello che bisogna riconoscere, secondo il Consigliere, è il lavoro comune avvenuto con continuità, “pur nel fisiologico ricambio tra amministrazioni, egualmente pungolate da quei cittadini ‘resilienti’ ai quali va riconosciuto non solo il lavoro svolto negli anni, ma anche e soprattutto l’averci sempre creduto”. A chi ha contribuito a tutto questo, dunque, va un plauso, perché un’esperienza che riqualifica il territorio nasce sempre da una condivisione di intenti.

Serena Savelli