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Luneur: confronto tra il rappresentate degli ex operatori del Parco e il vertice di Eur Spa

In riferimento ai nostri ultimi articoli, “faccia a faccia” tra Pedrazzini, coordinatore ex operatori del Luneur, e Borghini, Presidente di Eur Spa.

La vicenda del Luneur continua ad essere calda, soprattutto in questi giorni in cui sembra esserci una svolta. All’Auditorium Parco della Musica, infatti, sarà possibile avere un assaggio, fino a febbraio, del family park per bambini da 0 a 12 anni che andrà a sostituire il vecchio Luneur.
Nonostante siano in molti a desiderare la riapertura del parco, prevista nel 2013, esistono ancora parecchie questioni aperte, riguardanti sia gli ex lavoratori, sia alcune trafile amministrative, a partire dal famoso bando di gara che conferì la gestione dell’area a Cinecittà Entertainment.

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Abbiamo dato la possibilità a Saverio Pedrazzini, coordinatore degli ex operatori del Luneur, di replicare alle dichiarazioni di Pierluigi Borghini, Presidente di Eur Spa, apparse nell’ultimo numero di Urlo e a quest’ultimo di rispondere a sua volta. Un “faccia a faccia” che siamo lieti di ospitare nei nostri spazi, e che speriamo possa essere l’inizio di un dialogo costruttivo per le due parti chiamate in causa. Borghini si è innanzitutto espresso sul perché il Luneur venne chiuso, più di 4 anni fa: “Il parco giochi è stato chiuso per gravi motivi di sicurezza. È un fatto incontestabile che il vecchio concessionario LUPPRO aveva subaffidato autonomamente spazi del parco ai proprietari di giostre, dando luogo a sub-contratti, cui Eur Spa è rimasta sempre estranea, destinati necessariamente ad estinguersi alla scadenza della concessione principale. Attesa la necessità di ristrutturare il parco, divenuto obsoleto e fatiscente, nella predisposizione degli atti di gara per l’individuazione del nuovo gestore, Eur – pur non avendo alcun rapporto giuridico con i singoli sub-conduttori – in ragione della consapevolezza della complessità dei risvolti umani e sociali, aveva sensibilizzato i concorrenti a prevedere nell’offerta vincolante soluzioni idonee a salvaguardare la posizione degli ex sub-conduttori. Si trattava pertanto di una richiesta di disponibilità rivolta ai potenziali aggiudicatari, nulla di più”. Secondo quanto asserito da Borghini il Tribunale di Roma ha definito che “il nuovo gestore ‘non ha assunto alcun obbligo’ nei confronti dei sub-conduttori”. Inoltre, sulla legittimità della procedura si è “definitivamente pronunciato il TAR Lazio con sentenza del maggio 2011, non impugnata dai soccombenti, evidentemente perché ritenuta ben motivata”. Ma il soccombente in realtà è uno solo e si chiama Sogepark, “l’altra società che partecipò al bando di gara, non i sub-conduttori – ha risposto Pedrazzini – Nella stessa sentenza gli operatori sono riconosciuti. Inoltre, sempre in essa, il TAR usa l’omissis. Se avesse riportato per intero ciò che non è stato scritto sarebbe venuto fuori che anche la domanda di Cinecittà poteva essere inammissibile, perché la commissione esaminatrice di Eur Spa ha preso in valutazione la lettera a latere, dove tra l’altro c’era una richiesta di Cinecittà di qualsiasi malleva in ordine ai rapporti giuridici riconducibili al bando stesso. Quindi non si capisce come una società pubblica si sia creata un danno in casa da sola, che ora non può imputare a terzi”. Inoltre “l’Autorità per la Vigilanza Contratti Pubblici mi ha comunicato che a seguito dell’esposto presentato dal sottoscritto, in cui segnalavo presunte violazioni alle vigenti disposizioni normative in materia di appalti pubblici, è stato aperto un procedimento di vigilanza”. Pedrazzini, ha inoltre voluto puntualizzare alcune delle dichiarazioni rilasciate da Borghini nel nostro precedente articolo, in particolare sulla situazione dei sub-conduttori che si sono rifiutati di liberare le aree adibite alle loro attività, quando il parco era aperto, e del giudizio del Tribunale civile di Roma sulla questione: “Borghini fa riferimento ad una sentenza nei confronti di 5 sub-conduttori, ma ad oggi né Eur Spa né Cinecittà Entertainment, e la società veicolo LEP, hanno intrapreso azioni civili nei confronti dei ‘resistenti’, per cui non si possono considerare occupanti abusivi quelli non colpiti da sentenza”. Su questo punto il Presidente di Eur Spa spiega che la sentenza del giudice ordinario riguardò otto sub-conduttori, “convenuti in giudizio a liberare il parco. È evidente che le citate sentenze, seppure riferite formalmente alle sole parti in giudizio, costituiscono un significativo precedente per le occupazioni abusive residuali”.

Un altro punto chiave della querelle di questi anni riguarda il contratto di locazione, di cui Pedrazzini ha sempre richiesto un chiarimento, concernente una sostanziale discrepanza tra la bozza di contratto allegata al bando di gara e il contratto di locazione definitivo, sottoscritto dopo l’aggiudicazione con il nuovo gestore del parco. Borghini replica che “il Tribunale di Roma, accogliendo le tesi di Eur, ha affermato l’irrilevanza e assoluta marginalità di eventuali discrasie tra i due testi. Tali differenze “marginali” si riferiscono al fatto che in sede di stipula del contratto di locazione non era stata riportata testualmente la clausola di salvaguardia prevista nella disciplina di gara, poiché detta clausola era stata tradotta ‘in concreto’ nell’offerta vincolante di Cinecittà Entertainment, allegata al contratto di locazione definitivo e dunque parte integrante e sostanziale”. Anche su questo punto appare la perplessità di Pedrazzini, che continua a farsi domande: “Benissimo, perché non è stata inserita nel contratto ed invece è oggetto di un allegato? In quale parte del contratto si fa riferimento all’allegato? Allora, è possibile vedere il foglio del deposito con tutti gli allegati insieme? Il Tribunale civile non è idoneo a fare valutazioni, in quanto è una gara pubblica ed il TAR ha espresso parere diverso, come riporta la sentenza del 2011”.

Un altro punto su cui Pedrazzini chiede chiarezza è sulla riduzione della penale nei confronti di Cinecittà Entertainment da “10mila euro a 2mila euro, da applicare dopo 120 giorni dalla consegna dell’area in caso di ritardi nell’esecuzione dei lavori, nonostante essa sia avvenuta nel luglio 2008. Borghini ha avuto modo di calcolare il danno economico che questa operazione ha prodotto?”. Il coordinatore degli ex operatori rimarca il fatto che tutte le ipotesi di danno, compreso quello economico, ricadano sui cittadini, visto che “Eur Spa è una società a capitale pubblico, i cui soci sono il Comune di Roma ed il Ministero dell’Economia”. Ma su questo Borghini è fermo e risponde che “il fatto che il nuovo gestore si sia trovato a fronteggiare l’ostruzionismo dei sub-conduttori ha, oltre che ritardato la riapertura e la messa a reddito, legittimato in passato le richieste di riduzione dei canoni, cui Eur non ha potuto sottrarsi essendo determinate da fatti non imputabili al gestore e non prevedibili alla stipula del contratto di locazione”.

Come emerge dal dibattito, la situazione tocca molti aspetti ancora da risolvere. Quello che afferma Borghini, in conclusione, è che Eur “continuerà ad agire per tutelare il preminente interesse pubblico ad una celere riapertura del parco, riservandosi di porre in essere tutte le opportune azioni, incluse quelle di natura risarcitoria, nei confronti di tutti i soggetti che impediranno la realizzazione di tale preminente interesse pubblico”. E Pedrazzini che “la voce di 160 famiglie non verrà spenta con un semplice click”. Un riassunto perfetto di una questione infinita.

Quello che possiamo auspicare ora è un incontro pubblico, non solo per quel che riguarda il progetto del nuovo Luneur Park finalmente reso noto (investimento stimato: 16 mln di euro), ma soprattutto per chiarire, una volta per tutte, la situazione incerta di chi ha creato le basi per questo nuovo Luneur Park nelle radici del vecchio Luneur, decretando la nascita e lo sviluppo del parco meccanico più antico d’Italia.

Serena Savelli