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Municipio IX: il Consiglio dice no al mega-biodigestore

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Mozione unanime e contraria all’impianto immaginato a Quarto della Zolforatella

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IL MEGA-BIODIGESTORE – Contrarietà unanime. È questa la posizione assunta questa mattina dal consiglio del Municipio IX, in relazione alla costruzione del mega-biodigestore al Km 21 di via Laurentina. La proposta è stata presentata il 28 dicembre scorso da Pontina Ambiente srl (riconducibile al gruppo Cerroni) e prevedrebbe un impianto capace di ricevere la FORSU (frazione organica di rifiuti solidi urbani Ndr) della Capitale. Parliamo di circa 240mila tonnellate all’anno che dovrebbero arrivare nell’impianto di compostaggio richiesto a Quarto della Zolforatella, sul confine tra il Municipio IX e Pomezia. Il progetto presentato in Regione prevede per la produzione di compost, biometano ed energia elettrica, la realizzazione di un impianto articolato in due lotti gemelli, ognuno della potenzialità di 120.000 tonnellate all’anno di FORSU e rifiuti verdi in ingresso. Per ogni lotto sarà costruito un nuovo capannone della superficie di circa 19.865 mq, con la sezione anaerobica che ospita ben 18 digestori occupando uno spazio di circa 5.000 mq.

IL TESTO APPROVATO – La mozione approvata questa mattina ricorda l’incompatibilità del progetto con l’impianto vincolistico dell’area: “paesaggio agrario del Vincolo Bondi”, e ancora “la riserva naturale di Decima Malafede”. Poi la “presenza di acque pubbliche”, e il fatto che “negli anni l’area è stata più volte oggetto di ipotesi per la realizzazione di una discarica e che le stesse sono state sempre rigettate proprio in virtù della presenza dei vincoli esistenti”. Inoltre nella mozione vengono richiamate le difficili condizioni delle arterie a servizio dell’area: “via Ardeatina e via Laurentina, oltre che ad essere in pessime condizioni hanno raggiunto già uno stato di saturazione”. A fronte di tutto questo il Consiglio municipale chiede alla Regione di “valutare se sussistono le condizioni per rigettare la proposta senza aprire la Conferenza di Servizi”, oltre a proporre “l’ampliamento del perimetro del parco di Decima Malafede”.

IL LAVORO DELLA COMMISSIONE AMBIENTE – La vicenda del biodigestore, così come l’iter della proposta, vengono raccontati dal Consigliere municipale, Alessandro Lepidini: “La vicenda, con il palese tentativo di ‘tenerla in sordina’, ha dell’aberrante perché in macroscopico conflitto con il vincolo dell’Agro Romano meridionale nel cui ambito ricade l’area di intervento e dove è impensabile realizzare capannoni di 40 mila mq. Inoltre, – evidenzia Lepidini – l’area, nella sua parte meridionale (ingresso compreso), è all’interno della riserva di Decima malafede e inoltre siamo in presenza di acque pubbliche sottoposte a vincolo”. Il prossimo passaggio è il perfezionamento, da parte della Commissione Ambiente municipale, delle osservazioni tecniche da trasmettere alla Regione: “Un ulteriore tassello che va a sommarsi alla richiesta di inchiesta pubblica e a quella di partecipazione al procedimento, qualora esso abbia poi corso, vista la nostra richiesta di valutare il rigetto della proposta prima della convocazione della conferenza di servizi – conclude Lepidini – Dobbiamo presidiare in ogni modo questa vicenda perché considerato il proponente, non potremo permetterci neppure per un istante di abbassare la guardia”.

UN LAVORO COMUNE IN DIFESA DEL TERRITORIO – La mozione approvata quest’oggi è frutto di un lavoro comune tra maggioranza e opposizione, unite nel tentativo di proteggere il territorio dall’ennesimo impianto. “Il documento richiede inoltre, alla Regione Lazio, di valorizzare l’area dal punto di vista naturalistico – spiega il consigliere di FI, Massimiliano De Juliis – sono diversi i vincoli che esistono in quell’area e per questi motivi crediamo che la procedura di VIA non debba neanche essere avviata. L’unica nota stonata della seduta odierna – aggiunge il consigliere forzista – è la costante mancanza del Presidente del Municipio e di parte della sua maggioranza su temi così importanti, preferendo non partecipare alla seduta è solo grazie alla presenza della minoranza che è stato possibile il mantenimento del numero legale”.

Leonardo Mancini

(Foto di repertorio)