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Partire dai giovani per combattere le mafie

Una giornata di confronto tra le istituzioni e le scuole del XII Municipio per condividere valori e pratiche della lotta alle mafie.

“A voi nuove generazioni il compito di coniugare le mafie al passato” questo l’appello dell’onorevole Jean-Léonard Touadi, membro della commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, davanti ad una platea piena di giovani studenti romani. Venerdì 5 Novembre la giornata “Giovani contro le mafie”, organizzata dal XII Municipio di Roma presso lo Stardust Village all’EUR, è l’occasione per mettere a confronto istituzioni locali e scuole sul tema della lotta alla mafie .
Circa 800 ragazzi e ragazze dei licei del quartiere hanno partecipato al dibattito organizzato e moderato da Pietrangelo Massaro ( Presidente Commissione Cultura Municipio XII Roma Eur) che, oltre a J. L. Touadi, ha ospitato gli interventi di Marco Scotto Lavina ( membro della Commissione Cultura – Provincia di Roma) e Ferdinando Secchi ( referente romano di “Associazione Libera”).
Prima dell’incontro il regista Alessandro Guida ha presentato la proiezione del suo film “Combattere è un destino”, sceneggiato ed interpretato dai ragazzi di tre licei romani: il classico Vivona e gli scientifici Aristotele e Cannizzaro. Una produzione a basso costo che ha riscosso un ottimo successo nei cinema della capitale grazie alla sua storia asciutta e realistica che intreccia la camorra, il rugby e i sentimenti degli adolescenti supportata da buone soluzioni tecniche e ottime capacità narrative. La trama è tutta concentrata sulla figura di un giovanissimo pentito di mafia, costretto a cambiare vita e città e sempre in fuga dal suo passato. La pellicola non si limita a descrivere le difficoltà del protagonista rispetto alla nuova realtà che si trova ad affrontare, ma rileva emozioni e contraddizioni che caratterizzano il suo passaggio verso una città ed un’identità altre senza riuscire del tutto a spezzare i legami e gli affetti del suo recente passato “malavitoso”.
Il dibattito che segue è inaugurato dal ricordo di due “eroi” della lotta contro le mafie, i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, barbaramente uccisi “per le loro idee e la loro volontà di colpire i reali interessi della mafia siciliana. Uomini che hanno scelto giorno dopo giorno da che parte stare” – ricorda Marco Scotto Lavina – augurandosi che “le nuove generazioni siano in grado di fare loro questi insegnamenti e trasmetterli a tutta la comunità e di identificare, in tutti gli ambiti della loro vita quotidiana, i sottili quanto i più evidenti indizi di mafiosità e di saper dire di no”.
“La mafia è entrata in politica e, in alcuni casi, si è fatta politica – ricordano Jean Léonard Touadi e Ferdinando Secchi dell’associazione Libera – per questo è importante che voi giovani seguiate la politica e siate vigili e controllori di chi decide delle vostre vite e chiediate a gran voce maggiori risorse e sforzi da parte delle istituzioni nella lotta contro le mafie, siano esse piccole organizzazioni locali che grandi multinazionali”.
Accanto all’analisi di come le associazioni di stampo mafioso hanno mutato carattere ed organizzazione, le domande degli studenti invitano i relatori all’identificazione di quegli elementi di carattere culturale (film, videogiochi, musica) che tendono ad esaltare lo stile di vita mafioso. “Ad esempio” – ricorda Alessandro Guida, il regista che ha in progetto un circuito di web-tv, gestite dagli studenti, che si occupi anche del problema della criminalità organizzata – “la televisione spesso affronta questi temi con superficialità, sottovalutando il fascino che esercita il crimine nei confronti dei giovani”.
“Le istituzioni – conclude Pietrangelo Massaro – sono essenziali nella trasmissione di valori come il principio di legalità, la moralità, il rispetto degli altri, la solidarietà. Valori che non devono rimanere sulla carta, ma che ognuno di noi deve vivere nella propria quotidianità. E certamente noi che facciamo politica abbiamo il dovere ma anche il diritto di diffondere tali valori e sensibilizzare gli studenti a parlare nelle scuole della lotta alla mafia, senza paura”.
L’augurio comune a tutti i presenti è che la “giornata contro le mafie” non si esaurisca in un singolo evento ma possa essere la prima tappa di tante altre iniziative, in grado di estendere a tutta la comunità il principio e la volontà di liberazione dalle mafie.

Gabriele Simmini
Foto di Gabriele Simmini

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