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Progetto #Michela: non solo Zoning

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Dall’Associazione Laurentes di Trigoria si riapre il dibattito sulle alternative

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LA CAMPAGNA – Nelle scorse settimane avevamo presentato la campagna di sensibilizzazione promossa dal Municipio IX sul Progetto #Michela. Cinque presidenti di altrettanti comitati di quartiere e associazioni hanno ‘prestato la faccia’ all’iniziativa per il contrasto della prostituzione. Adesso in una nota è Laura Pasetti, Presidente dell’Associazione Laurentes, a spiegare i motivi che l’hanno inizialmente portata ad appoggiare il Presidente Santoro nell’iniziativa: “Il mio approccio e la partecipazione al progetto derivano dal desiderio ambizioso di condividere un progetto partecipato tra istituzioni e cittadini nell’ambito della politica del fare che tutti sogniamo – seguita – nel tentativo di arrivare ad ottenere una soluzione temporanea ma efficace per il grave problema legato alla prostituzione”. Il problema, che all’Eur ha particolare risalto, è sentito e molto visibile anche nelle zone più periferiche del Municipio IX: “È diventato ormai allarme sociale – continua Pasetti – in attesa dell’intervento urgente del legislatore e sempre tenendo presente il concetto che i problemi vanno risolti e non sono i cittadini a dover fare le spese dell’incuria e dell’approssimazione delle amministrazioni”.

ZONING O NON ZONING – Sempre più spesso il Progetto #Michela è stato identificato con la sola volontà di arrivare allo zoning, cioè delle aree di tolleranza mappate e identificate dall’Amministrazione e sottoposte a vigilanza e sostegno sociale. Formalmente però il progetto prevede un periodo di partecipazione e concertazione con la cittadinanza per arrivare ad iniziative condivise di contrasto al fenomeno: “Personalmente non credo che lo zoning sia la soluzione per i motivi che sommariamente elenco, e che peraltro non sono ancora stati affrontati concretamente ad un tavolo di confronto che al momento non è ancora stato convocato – aggiunge la Presidente dell’Associazione Laurentes – L’esempio non spettacolare delle iniziative simili già sperimentate – l’esempio spesso fatto riguarda Mestre – il pericolo reale di ghettizzazione, la crescita esponenziale della necessità dei controlli di polizia, non proponibile e sostenibile con le attuali difficoltà di organico ed economiche ed il rischio di perdita di attenzione da parte del legislatore, su una situazione che si stabilizza e si cronicizza nel tempo arrivando quasi a mostrare una parvenza di validità accettata”, tutti questi secondo Laura Pasetti sono fatti che non depongono affatto a favore dello zoning.

I TEMPI – La più grande difficoltà rimane comunque la tempistica. Se infatti i tempi del legislatore nazionale sono lunghi, sembra esserlo anche la mappatura, la concertazione e l’identificazione delle aree per lo zoning. “Allora perché non procedere con una veloce e snella ordinanza antiprostituzione sullo stile di ciò che in via sperimentale è stato avviato nel Comune di Fiumicino? – si chiede Pasetti – Perché non cercare di utilizzare risorse nell’intensificazione dei controlli ottenendo di poter elevare sostanziose multe soprattutto ai fruitori del sesso, magari facendogliele recapitare a casa e scoraggiando così l’approccio del cliente? Se zoning sarà – aggiunge – io non ne sarò testimone né portavoce, nella onesta diversità dei pensieri e delle visioni personali”.

Leonardo Mancini